Capitolo 7 del libro 1914 – L’orso e la balena. La Russia e la Gran Bretagna
Questi appunti vengono scritti come commento al libro 1914 di Margaret MacMillan in memoria dei morti, feriti, dispersi e da quanti toccati dal conflitto che scoppiò 100 anni fa.
La Russia, a cavallo nel XX secolo non aveva ancora deciso l’asse del suo sviluppo come influenza politica e militare: Occidente o Oriente? In quel periodo la Russia rappresentava un organismo enorme, colossale, con mille direzioni aperte. Il conte Lamsdorff (il ministro degli esteri) spinse la verso l’Asia lasciando un’Europa troppa pericolosa, sofisticata e meglio armata. Quindi, spingendosi in Manciuria, ai danni della Cina, entrò automaticamente in conflitto con il Giappone. Uno degli argomenti d’attrito fu la Corea. Già nel 1894/1895 il Giappone si scontrò con la Cina per il controllo sulla penisola coreana, ora era il turno dei russi. Comunque nel 1910 la Corea entrerà nei possessi d’oltremare nipponici.
L’8 febbraio 1904 i giapponesi attaccarono Port Arthur e il 27 maggio 1905 avvenne quel famoso scontro navale, al largo della Corea, noto alla storia come battaglia di Tsushima.
Il disastro russo a Tsushima segnò il primo colpo che gli occidentali dovettero subire da una razza diversa, in aperto contrasto con le idee di darwinismo sociale a quell’epoca dominante. Fu uno shock per l’Occidente. Com’era potuto accadere?
L’autore a pagina 221 scrive: La modernità stava scalzando le antiche certezze, non solo nelle città ma anche nelle aree rurali. Le persone religiose continuavano a venerare le icone e a credere nei miracoli e nei fantasmi, e intanto i nuovi industriali compravano opere di Matisse, Picasso e Braque, dando vita ad alcune delle maggiori collezioni di arte moderna al mondo. L’arte vernacolare russa conviveva con la letteratura sperimentale e l’arte con l’avanguardia. Stanislavskij e Diaghilev stavano rivoluzionando il mondo del teatro e della danza. L’audacia degli scrittori rimetteva in discussione i dogmi della moralità corrente, mentre al tempo stesso tornavano in auge la spiritualità e la ricerca di significati profondi. I reazionari sognavano di tornare indietro, annullando le conquiste di Pietro il Grande, che aveva aperto la Russia….
La Russia era in completo subbuglio. In quell’epoca, a cavallo del 1900, trasformazioni che in Occidente hanno richiesto un secolo, in Russia si concretizzarono in una sola generazione, più o meno quanto oggi, nel 2015, sta accadendo nei Paesi arabi del Golfo.
Perdendo la guerra con il Giappone, la Russia subisce anche la rivoluzione sociale che si sviluppa tra il 1905 e il 1906. Del resto lo zar Nicola 2°, salito al trono a 22 anni, nel 1894, alla morte del padre Alessandro III° (un duro) non ha fama d’essere un personaggio particolarmente carismatico e illuminato, in fondo non molto dissimile da suo cugino, Guglielmo 2° di Germania, assiso al ruolo di Kaiser nel 1888.
E’ interessante un’analogia tra questi capi di stato: come Bismarck seppe offrire lustro alla casa regnante, in Russia va segnalato il ruolo di Sergej Witte, che agì tra il 1982 e il 1903 spingendo la Russia sulla via dello sviluppo. Purtroppo va anche sottolineato un destino crudele e comune tra Bismarck e Witte, entrambi personaggi di primo piano, ma inesorabilmente licenziati come se fossero stati degli inetti.
Nel 1905 anche in Russia c’è l’opinione pubblica, che obbliga lo zar il rientro di Witte, che verrà poi definitivamente sostituito da Stolypin, anche per avvallare un decisivo cambio d’orizzonti di preferenze tra la Germania, favorita da Witte e le nuove prospettive verso la Francia e l’Inghilterra.
L’autore non sottolinea più di tanto questa similitudine tra Bismarck e Witte, pur citando i particolari e parallelismi tra persone di grande statura, ugualmente licenziate in tronco. In termini sociologici questo allontanare i migliori, da parte dei peggiori, merita un approfondimento.
In occasione di questi cambi al vertice, qualcuno in Russia commenta: (pagina 237 del testo) nella finzione d’essere quello che non siamo ci stiamo travestendo.
Nella storia recente degli Zar, va ricordato Alessandro 1° per aver ricambiato la visita di Napoleone a Mosca, recandosi a Parigi nel 1848 per saccheggiarla, quindi Alessandro 2° che muore in un attentato e Alessandro 3° che muore per non aver saputo smettere di fumare. A tutti subentra, come noto, Nicola 2° con tutti i suoi limiti.
L’immagine della Russia all’estero, di quel periodo non era affatto gradevole. L’Inghilterra, prima di mettere a fuoco che il suo nemico fosse la Germania, attraverso i primi romanzi di terrorismo sociale (così definibili) ipotizzò l’invasione dell’isola da forze franco-russe. Era il 1894 e il romanziere rispondeva al nome di William Lequeux con: La grande guerra in Inghilterra nel 1897. I neonati vennero infilzati dalle baionette russe, i civili fucilati etc..etc. Fu un grande successo di pubblico. Oltre questi aspetti che comunque avevano una loro influenza sull’opinione pubblica e il suo isterismo, l’attrito tra la Russia e la Gran Bretagna si concentrò in particolare sulla questione indiana. Con lo sviluppo delle ferrovie in Russia e la conseguente mobilitazione dell’esercito, gli inglesi scoprirono di non essere preparati a difendere la loro colonia indiana sia per le esigue forze militari, che per un tracciato ferroviario inadeguato. A quel punto della storia si focalizzarono, finalmente dei concetti su cui ruoterà l’intera politica europea:
- le ferrovie diventano un elemento del potere militare;
- gli inglesi capiscono di soffrire d’espansione dispersiva (come Paul Kennedy definirà 70 anni dopo questo fenomeno – imperial overstretch)
Con questi presupposti l’intera trattativa diplomatica anglo-russa prima del 1914, verterà sulla difesa della frontiera indiana dalla pressione russa, interessata a raggiungere i mari caldi dell’Oceano Indiano. Inoltre la cocente perdita della guerra con il Giappone, aveva disastrato non solo la flotta e l’esercito russo, ma l’intero sistema finanziario del Paese. L’estrema urgenza di fondi adeguati, portò la Russia a chiedere e ricevere, nel 1904, l’interesse francese, appena dopo la firma dell’Entente cordiale con l’Inghilterra in una fase di rinascita diplomatica francese.
Witte avrebbe preferito un accordo con la Germania, ma gli attriti nei Balcani con l’Austria e la Serbia, frenarono tale prospettiva, che avrebbe portato la Russia nella Triplice Alleanza. A questo proposito Nicola 2° e suo cugino, Guglielmo 2° s’incontrarono più volte a Bjorko, nell’estate del 1906 e del 1907 in pieno mare aperto, dai rispettivi yacht privati, cercando un accordo che inizialmente fu trovato, ma non ratificato dal parlamento russo, la Duma. Bjorko segna, in questo modo, la fine della diplomazia personale tra regnanti e l’inizio di quella professionale tra diplomatici e tecnici di carriera. Witte, già nel 1906 dovette quindi cambiare idea e ritirarsi nuovamente a vita privata, lasciando il posto al nuovo premier Stolypin, molto più filo britannico. Con questo cambio di gestione al vertice, oltre al pensionamento del conte Lamsdorff, l’Asia esce dalla visuale russa, che torna così a guardare all’Europa ponendo le basi per l’apertura del primo conflitto mondiale.
Al posto del conte Lamsdorff, agli esteri, giungerà Izvol’skij che troverà facilmente un accordo con gli inglesi sulla frontiera indiana, lasciando il Tibet dentro l’influenza cinese anziché russa. Questa decisione ebbe le sue conseguenze ancora vive a tutt’oggi.
Izvol’skij sarà un protagonista nelle pagine a seguire nella trattiva non fortunata con l’Austria.