Si scrive Libia intendendo tante cose tranne quelle fondamentali per cui l’uomo religioso vive meglio del dubbioso occidentale
Si scrive Liba per riferirsi a scenari completamente diversi. Le recenti votazioni politiche in Tunisia e la scelta della giunta governativa ribelle libica di adottare la legge islamica a fondamento del diritto impongono delle riflessioni a tutto campo sulla crisi dell’uomo nei tempi moderni. Approfondendo:
a) quando tutto crolla intorno a noi c’è ancora la religione. Più o meno le popolazioni arabe della Libia e della Tunisia, hanno fatto questa scelta, ma non si pensa sia poi diversa da quella che sarà in Egitto, quindi Siria e Yemen. La religione, rispetto al libero arbitrio e quindi alla logica che permea l’Occidente dai tempi dell’Illuminismo, ha il vantaggio che è tutto scritto. L’uomo religioso vive meglio del dubbioso occidentale, perché deve solo attenersi alle regole scritte; sa quando pregare, conosce le soluzioni e a chi rivolgersi per l’interpretazione delle scritture.
b) Il ricorso alla religione avviene per tutti coloro che hanno fede sia in Oriente che Occidente, però c’è una differenza tra questi mondi. Se nel primo la religione entra nella vita pubblica, in definitiva nello Stato, da noi vige una severa separazione tra quanto “è di Cesare da ciò che riguarda Dio”. Chi sta meglio o peggio tra l’Oriente e l’Occidente? Se utilizzassimo come metro di giudizio la semplificazione della vita, non ci sono dubbi che sta meglio chi deve solo applicare quanto è scritto.
c) In Occidente la nostra religione è IL LIBERO ARBITRIO ovvero la capacità di PENSARE liberamente ritrovando di volta in volta quei valori che riteniamo adatti e importanti per il nostro vivere. In pratica, anche se abbiamo dei valori fondanti e principali, in realtà adattiamo alla situazione il nostro credo assumendoci il ruolo di giudici di noi stessi. Ad esempio, conveniamo tutti che le tasse sono da pagare ma poi, in pratica, le evitiamo. Come associare questa dissociazione tra credo e pratica? La scuola di Francoforte ci ha insegnato che il valore principale è l’adattabilità in un contesto individualistico (nichilismo). Ne consegue che saremo anche Occidentali, ma con questa forte impostazione individuale, facciamo fatica a identificarci nel concetto di Stato, mentre la religione automaticamente include tutti nella comunità a patto che si osservino le regole scritte in testi sacri.Il ragionamento potrebbe apparire difficile, ma in realtà e molto semplice. La religione unisce se si aderisce alle regole, l’individualismo spezza le comunità sociali. L’Occidente è prevalentemente nichilista.
d) Veniamo allo Stato. Se dalla pace di Westfalia (1648) in Occidente, la gente ritiene che per crescere ed evolversi, serva uno Stato, questo non è il credo del mondo arabo. La Libia, ad esempio, solo adesso si rende conto che non ha uno stato, ma che ha vissuto in un permanente equilibrismo tra 140 tribù, garantito dal personalismo di un dittatore. Nonostante ciò, ogni paese della Lega Araba (in tutto 23) rigetta ancora il concetto di Stato per affidarsi a una famiglia regnante (Arabia Saudita) o a dei dittatori o alla legge coranica. Ecco che si scrive mondo arabo ma s’intendono altre cose torna valido.
e) A questo punto possiamo stringere sulle conclusioni. Si producono più idee e concetti, punti di vista e passione per la vita in una società con il libero arbitrio in uno Stato occidentale o in una comunità regolata dalla legge religiosa ? Qui le valutazioni possono divergere.
f) Veniamo alla Cina, cosa centra questa dittatura comunista nel confronto con i paesi arabi? Onestamente la Cina è priva d’assetti religiosi e ne sente la necessità, inoltre il Partito non ha neppure costruito uno Stato limitandosi al Regime. In queste condizioni, immaginando i cinesi come persone con un grande bisogno di “stabilità e serenità” nella loro vita, ma privati di una Bibbia come del Corano, ma anche del secondo figlio e con una ricchezza nuova e sconosciuta rispetto gli ultimi 5.000 anni, ma che non possono spendere, è facile vedere un “crack sociale e politico” del tipo di quanto accaduto in Libia.
Conclusioni. La Primavera Araba in realtà si sta rivelando, per quanto fu già anticipato mesi fa, un ritorno alle origini religiose con tendenze fondamentaliste, questo perché non è stato ancora maturato e quindi inventato il concetto di Stato quale propellente sociale per migliorarsi. Fare affari con questo mondo richiede nuove strategie, argomenti e una rivisitazione del nostro modo di porci nei confronti del cliente. Sicuramente è vero che oggi, molte aziende per sostituire un mercato che i francesi hanno scippato agli italiani, si stanno rivolgendo all’India e nell’Africa sub-sahariana.