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Rapporto sul florovivaismo. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Il florovivaismo oggi a maggio

Rapporto sul florovivasimo – maggio 2009
di Giovanni Carlini

Rispetto a quanto emerse nel Rapporto di marzo, sul florovivaismo italiano, oggi a maggio il quadro dell’andamento di mercato si completa indicando quali sono le reali difficoltà a cui si va incontro, precisando che non solo non è finita “l’era delle difficoltà” o che “il peggio è passato”, ma siamo in pieno sviluppo di una fase di contrazione delle attività meno drammatica di come ci si aspettava, ma decisamente e ugualmente critica.

Tendenze di mercato

Il mestiere di scrivere le tendenze del mercato, in questo periodo, è sicuramente tra i più difficili, perché ogni cosa che si afferma viene sistematicamente contraddetta da un altro dato. Ciò significa almeno due cose; che siamo in assenza di una chiara quanto netta direzione a cui poterci affidare e che non abbiamo strumenti adeguati, per misurare questo tipo di situazioni.
I mercati sono stagnanti rispetto a cosa e a quali parametri?
Questo concetto è stato già accennato nel precedente rapporto dove ci si è chiesti: un calo del 15% in media se riferito al 2008 è un dato attendibile? Siamo certi che i mercati debbano sempre crescere in questo modo, o sarebbe la necessità di tornare ad anni precedenti il 2007 per avere una fedele, quanto reale base di calcolo, su cui misurare quanto accade?
In altri ambienti, rispetto il florovivaismo, e in particolare in quello siderurgico italiano, questo stesso ragionamento ha comportato un “rimettere le lancette indietro” portandosi al secondo semestre 2003 primo 2004. Obiettivamente i manager di quel settore, interrogati su questo aspetto non sono affatto dei superficiali, per cui il problema esiste e va affrontato.
Iniziativa della redazione attraverso il sito web di GREEN UP
Dai concetti appena espressi: quale anno è corretto utilizzare per avere un giusto raffronto con il 2009, nasce da GREEN UP un’inchiesta rivolta a tutti i gardenisti e florovivasti italiani, che saranno chiamati telefonicamente dalla Redazione uno per uno e invitati a rispondere.
Il concetto è semplice: come dobbiamo interpretare il lavoro che sta svolgendo il gardenista in termini di fatturato? Le risposte che l’imprenditore introdurrà nel sito (sul piano anonimo nel senso che i lettori non potranno sapere come ha risposto) totalizzeranno dei valori di tendenza a disposizione dell’utenza. La redazione si farà garante di quanto emerge evitando che entrino personaggi “solo per giocare”.
Come è impostato il test

Si tratta di una batterie di domande del tipo:

1) il suo fatturato è in: a) diminuzione b) stabile c) crescita

2) avendo risposto su “a” ad esempio, compare immediatamente una mascherina del tipo: fatturato in contrazione tra l’1 e il 5% tra il 5 e il10, tra il 10 e il 15% tra il 15 e il 20 o oltre? Accompagnata a questa informazione, servirà indicare l’area geografica del tipo nord ovest o nord est, quindi centro, Italia del Sud infine isole.

3) Nell’ambito della risposta fornita, che potrebbe anche essere la “b” ad esempio, comprare una seconda griglia che spiega come un garden è solitamente suddiviso, in corrispondenza dei quali inserire i dati di massima relativi alla tendenza di mercato come qui visualizzato:

fiori: in questi tre mesi il settore ha subito un calo di vendite pari al 25%
bazar: qui siamo intorno al 10%
emporio: resta stabile
vivaio: purtroppo qui cediamo il 10%
serra calda: siamo a un -8%
serra fredda: dato costante
(il Natale – stagionale) non abbiamo da segnalare perdite sul Natale 2008 rispetto il 2007
E se nel caso partecipasse anche un vivaista:
Arbusti da fiore da media grandezza: calo del 20%
Piante mediterranee: incremento del 20%
Sempreverdi da siepe: incremento del 25%
Novità introdotte: queste pagano sempre! Incremento del 30%.
Piante da frutto: stabile
Conifere: stabile
Graminacee: incremento del 20%
Erbacee perenni:incremento del 15%
Arbusti caducifoglia: in contrazione

Lo scopo di quanto stiamo facendo

Come Redazione di GREEN UP ci interessa porre a disposizione di tutti gli operatori del mercato, lettori o no della testata, uno strumento di misura delle tendenze in atto facile, accessibile in ogni momento e affidabile. Su quest’ultimo aspetto, appunto ll’affidabilità si è aperto un lungo dibattito per come dare garanzia a questo “indicatore”. Le tesi erano principalmente due:

a) attendere o chiedere i dati per telefono ai gardenisti e inserirli direttamente noi della redazione nel questionario (tra la telefonata e la risposta, in media, si dovrebbe riuscire a inserire una ventina di schede al giorno, partendo dagli abbonati. In questo modo potremmo chiamare la Sicilia ad esempio, e compararla con il Veneto al fine di capire effettivamente e in tempo reale, come il mercato si sta muovendo)

b) lasciare completamente libero l’accesso a tutti e vigilare su cosa accede, sapendo che una persona estranea al settore si troverebbe in difficoltà nel dare dati per singolo reparto che abbiano una logica, soprattutto se c’è il monitoraggio e controllo della Redazione che ha una visione d’insieme su base nazionale come europea, intervenendo laddove qualcosa sia decisamente fuori parametro. L’intervento per la Redazione di Green Up, così concepito sarebbe facile in caso di verifica e controllo. Conoscendo i nostri lettori li possiamo chiamare per chiedere conferma d’aver inserito quel certo dato.
Per il momento è stata adottata la scelta “b”, ma ciò non esclude che nel tempo si possa passare alla “a” per meglio adeguare lo strumento alla sua finalità.

Tempi di apertura del questionario permanente attraverso il sito

I lavori sono in corso e come tali si sa quando partono, ma mai quando finiscono! Comunque nel corso di questa estate è facile prevedere il “lancio del prodotto” che sarà a regime definitivamente con settembre. Constatata l’efficacia del sistema, lo si potrebbe anche estendere ad altri settori merceologici, su cui questa casa editrice è attiva.
La vera domanda da porsi: quali saranno i nuovi beni che verranno richiesti dal mercato al termine della crisi?
Sicuramente a questo proposito sapere che tutti gli organi di previsione indicano cali clamorosi del PIL sia in Italia come all’estero, lascia il segno. Che poi questo si ripercuota, per restare pertinenti al settore del flovivaismo, su fiori e arbusti da fiore di media grandezza, è un dato che emerge dai contatti con i diversi operatori del mercato.

Per avere un’idea del futuro

Come più volte detto in questa sede, l’arte della previsione è un esercizio alquanto pericoloso, specie in questo periodo oscurato da una ideologizzazione dell’analisi macroeconomica per cui si è ottimisti se si fa parte di una fazione della contesa politica, oppure pessimisti se dalla parte opposta.
Ovviamente questo atteggiamento, determina una forzatura che crea anche imbarazzo. Chiarito quanto sia diventato difficile “ragionare su dati obiettivi” e per rispondere a una domanda imperante che viene da tutti, “che cosa accadrà a breve” ecco qui un punto di vista ragionato, ma originale.
La mancanza di fiducia di una parte degli studiosi per quanto fatto finora, in particolar modo negli USA, deriva dalla constatazione di aver tamponato la crisi, spostando semplicemente una incredibile massa di debiti dalle tasche degli operatori privati (soggetti a fallimento) a quello pubblico (che non dovrebbe fallire).
Un’operazione di questo tipo, comporta che ci sia poi un qualcuno che paghi il conto, ovvero il contribuente. Ipotizzare che le tasse future dei cittadini in Occidente saranno ulteriormente ipotecate, rispetto ai valori di oggi (pensiamo solo al rapporto tra salari e pensioni erogate che è già, se non critico, a rischio di collasso) non è credibile perché la pressione fiscale è al massimo. Come si gestirà quindi la crisi fiscale dei prossimi mesi?

Il ritorno dell’inflazione

Una soluzione non onorevole, ma pratica è l’inflazione, ovvero dei tassi di perdita di valore della moneta, che furono già sperimentati negli anni Settanta in seguito a ben due raddoppi del prezzo del petrolio. Con dei valori di inflazione molto impegnativi, si andrebbe a ridurre il peso del rimborso di questa zavorra che limita ogni rilancio del sistema economico e commerciale. Spiegato il futuro in questi termini, è logico attendersi, nei prossimi mesi, delle forti impennate di inflazione (si dice in gergo, immissione di liquidità nel sistema) Questo particolare come influisce sulle imprese?

Sicuramente è “bello” sapere che nessuna impresa fallisca in regime di inflazione, mentre è molto più facile che chiuda i battenti con la deflazione (si sono appena sperimentati livelli di fallimento molto forti a cavallo tra il 2008 e il 2009) ma il rovescio della medaglia è che le imprese, alle prese con l’inflazione non falliranno, ma venderanno “al lumicino”. Questo perché i consumatori saranno schiacciati da paghe che perdono valore, rispetto ai prezzi in salita.
Ecco il nuovo cancro dell’economia moderna: crescite bassissime quasi arretramenti. E come titola il maggior quotidiano economico italiano, Il Sole 24Ore in prima pagina il 19 maggio, siamo in un contesto per cui le imprese del settore meccanico, accusato un calo del 30% nei primi 3 mesi del 2009, sicuramente reggono l’urto, ma tagliando l’occupazione (il 40% del campione intervistato sta riducendo le maestranze). In un mondo con più disoccupati e a forte inflazione come si vivrà? Non è difficile rispondere con un: male!
Questo non è disfattismo o pessimismo, ma analisi della situazione per cui è corretta quella previsione che ha “visto” un grande calo della produzione e quindi una stabilizzazione a crescita ridotta, per molto-moltissimo tempo (si definisce questa tendenza come a L rispetto altre ipotesi a V e infine a U). Il punto adesso non è tanto cosa ci aspetta, ma quali tecniche di gestione d’impresa sarà opportuno studiare, per vivere in un contesto di questo tipo, dove la fidelizzazione del cliente è strategica. Ciò vuol dire che se dai tardi anni Novanta, l’impresa ha ruotato intorno alla finanza (troppo spesso creativa) per conquistare ruolo e posizione, adesso c’è un deciso ritorno a chi studia le tendenze dei consumatori per meglio saperle interpretare: il marketing.

Il marketing come risposta alla crisi

Ma anche qui ci sono delle novità. Tornare al marketing non significa non considerare le più recenti innovazioni in materia, che si esplicano attraverso due passaggi: l’ingresso in azienda del sociologo dei consumi e il riportare la funzione marketing a una sua autonomia gestionale, oggi sacrificata perché posta alle dipendenze del direttore commerciale. Quindi non serve più che il marketing sia un quadro che dipenda dal commerciale, ma che ritorni nella sua dignità propria di parigrado a tutte le altre funzioni d’impresa (personale, amm.ne, produzione, qualità etc..)
Con questo ripensamento dell’organigramma (documento che andrebbe rivisto almeno 1 volta l’anno, per adeguare l’impresa alle nuove istanze) il sistema produttivo assume quel volto e funzioni, in grado di operare in un mercato “fiacco”, da sopravvivenza, con forti livelli di inflazione. Se è pur vero che il 90% dei garden italiani non si sono mai sognati di aver un responsabile di marketing diverso dal commerciale e quindi dallo stesso titolare, forse è il caso, in questo momento di valorizzare i figli in posizioni che non siano di “tuttofare” ma che si specializzino in specifiche aree d’impresa del garden. Non indirizzarsi verso questo nuovo modo di fare impresa significa aumentare le chiusure e fallimenti che stanno gravando sul settore.

Nuove strategie di mercato

A solo titolo di esempio si riporta un dato di tendenza. Una certa impresa che fattura 80 milioni di euro con 49 dipendenti, a fine maggio decide un taglio del 50% del fatturato, mantenendo la forza lavoro ai livelli attuali (per ora) ma evitando di trovarsi con insoluti da parte dei clienti. La scelta operata dall’imprenditore è sicuramente interessante; drastica ma merita una riflessione.

INTERVISTA

I 22 tra gardenisti e vivaisti che con le loro idee partecipano a questa rubrica a vario titolo, hanno confermato un andamento riflessivo del mercato e stiamo attendendo il 30 giugno (dati possibili di elaborazione al 15 luglio e pubblicabili per la fine di quel mese). Questo “conteggiare” consente alla Redazione di presentare un 23° personaggio che collabora con noi in una posizione di supporto a tutti gli altri: un venditore e riparatore di pompe per irrigazione e trasmissione dell’acqua.
Interessandoci di andamento del mercato per il florovivaismo italiano, la Redazione non chiede solo il dato “nudo e crudo” all’operatore di mercato, ma si interessa anche di quelle aziende marginali al settore specifico, che hanno però un fortissimo valore simbolico e di indicazione sulle nuove tendenze. Ecco qui la GN Tecnopompe di Castel Mella (Bs) www.gntecnopome.it
Scheda di presentazione della GN Tecnopompe
In un mondo dove la tendenza più spinta è quella di sostituire anziché riparare, ecco che abbiamo da 20 anni sul mercato un’impresa che sa offrire entrambi i servizi.
Forte di ben 16 marchi, l’azienda opera con 2 squadre di tecnici di nazionalità e cultura italiana. Il particolare non è affatto di poco conto perché indica uno stile. Sostanzialmente si vuole in questo modo confermare definitivamente un concetto di forte cura del personale anziché rapidi turn-over come accade in altre imprese. In GN il dipendente è una persona che rappresenta un’impresa che conta sul mercato misurando ciò nella continuità nel tempo servendo il cliente (l’impresa, in questo caso non è una meteora perché opera da decenni e tali ne vuole conquistare per i prossimi tempi, cosa non possibile se si affidasse a manovalanza scarsamente pagata, di passaggio, non formata e non in grado di parlare lo stesso linguaggio e sensibilità del cliente)
Per un miglior chiarimento, si precisa che la scelta della GN di operare con tecnici italiani, al servizio del cliente, non risponde a razzismo, ma alla garanzia di offrire un servizio continuativo nel tempo, altamente specializzato sia come formazione di base che soprattutto e non ultimo, in forza alla specifica cultura tecnica d’impresa, che richiede anni e anni di permanenza in azienda studiando, provando, capendo e presentandosi sempre con lo stesso viso allo stesso cliente nel corso degli anni. Questo servizio fa la differenza tra chi non è in grado di garantirlo e chi invece no.
L’email per entrare in contatto l’impresa è: info@gntecnopompe.it

Domanda: Signor Naoni, grazie per aver partecipato a questa intervista per GREEN UP, lei serve garden e vivaisti italiani da molti anni?

Naoni: da 20 anni sono attivo sul mercato con una mia impresa, prima “ero sotto padrone”. Nel settore specifico del florovivaismo conto una decina di clienti, che non ho mai considero specifici di un settore merceologico così individuato perché per me erano solo clienti. Nell’ambito di un profondo ripensamento della mia impresa, alla luce di un 2009 dove bisogna tenere gli occhi aperti e pensare a fondo sulle cose che si fanno, ho imparato a distinguere la clientela per settori di mercato. In questo modo ho “scoperto” di servire le grandi comunità (ospedali e Enti locali) come i condomini (edilizia) quindi la siderurgia (risparmio energetico nel ciclo di lavorazione con l’uso di un sistema di pompe) e quindi il florovivaismo italiano per irrigazione e organizzazione delle condotte di acqua.

Domanda: grazie di aver scoperto che ci siamo anche noi florovivaisti! Ha notato una certa evoluzione di tendenza in questi ultimi mesi?

Naoni: specificatamente in questi 5 mesi del 2009 ho avuto “un balzo” di lavoro nel campo dell’irrigazione, come se tutti si fossero svegliati d’un botto..

Domanda: sa darci delle chiavi di lettura di questa “nuova tendenza”, nel senso che i nuovi impianti sono applicati sulle medesime estensioni di produzione o riguardano un mantenimento delle precedenti attività e nuove estensioni?

Naoni: ovviamente non ritengo corretto parlare dei lavori che svolgo per i miei clienti, per una questione di riservatezza anche perché il mio lavoro incide sulle strategie di produzione il che è un dato riservato se non addirittura segreto. A beneficio della stampa e quindi di tutta la categoria dei gardenisti come vivaisti italiani che leggono questa rivista, posso solo dire che la massa del lavoro è sul potenziamento del flusso di acqua sulle medesime estensioni e solo in alcuni illuminati casi per l’estensione dello spazio servito da irrigazione.

CONCLUSIONI

Dal dato che emerge da questa intervista, abbiamo un aumento di produzione interna, nei garden, rispetto i flussi commerciali, (si compra di meno e soprattutto si importa ancora meno come i dati dell’import di fiori dall’Olanda ci indicano) il che spiega come si cerchi di ridistribuire le spese nei bilanci dei gardenisti e vivaisti, puntando con decisione sull’auto-produzione, quale risposta più immediata al calo dei fatturati.

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