Intervista da brividi: un super skillato (con molte qualità) invia in 30 giorni ben 735 curriculum senza ottenere risultati o convocazioni al colloquio. Che mondo strano!
Domanda: Grazie dott. Xy per aver concesso quest’intervista, ci racconti la sua storia:
L’intervistato: Ho 4 lauree, 55 anni e lavoro da 35. Ho esperienza come direttore amm.vo, del personale, di marketing ed esperto d’internazionalizzazione. Negli ultimi 30 giorni ho inviato 735 curriculum spontanei alle imprese italiane di un certo settore merceologico. Nessuno mi hai chiamato per un colloquio. Certo, forse una decina d’imprese mi ha onorato di 2 righe email, informandomi che al momento non hanno disponibilità rinviando al futuro. Questi sono i numeri.
Domanda: Un professionista come lei non esce dal mercato così casualmente, perché sta cercando un posto di lavoro nel momento in cui dovrebbe pensare alla pensione?
L’intervistato: per aver assolto tutti gli incarichi indicati, ho lavorato in diverse imprese di settori merceologici opposti: da chi era nei servizi al manifatturiero. Quindi ho trascorso anni come assunto e altri da libero professionista, adeguandomi alle richieste. Ora sto lasciando un’impresa dopo 4 anni d’onorato servizio, dov’ero assunto semplicemente perché si è esaurita la mia funzione. Questo vuol dire che, nel mio lavoro l’azienda indica un problema che affronto e risolvo. Dopodichè, addestrato il personale interno alla risoluzione della problematica che ho studiato e impostato, l’impresa resa ormai autonoma, mi consente di potermi dedicare o in altro o rivolgermi a nuove realtà, cambiando lavoro; è il caso di questi mesi.
Domanda: pertanto Lei è itinerante, vivendo una vita professionale in questo modo. Perché oggi si trova a disagio?
L’intervistato: non era mai capitato che per passare da un’esperienza lavorativa all’altra fossero necessari una quantità impressionante di proposte di lavoro. Non solo. La novità è che il mio costo, nel caso di ristrutturazione aziendale, internazionalizzazione come ricerca e sviluppo o formazione interna, è zero per le imprese. In pratica o non pagano nulla pur ricevendo il servizio o integrano al 50% in caso d’assunzione temporanea. Questo perché in presenza di ricercatori o personale altamente formato, c’è l’intervento pubblico di supporto purchè queste figure collaborino con le PMI per lanciarle sul mercato. Insomma, la sorpresa, in questo periodo non è tanto la difficoltà a collocarsi, ma la sordità degli imprenditori nel recepire la semi gratuità della consulenza-assunzione.
Domanda: non ho capito, sta affermando che il suo costo d’assunzione sarebbe al 50% grazie a contributi pubblici e zero in altre funzioni?
L’intervistato: esattamente!
Domanda: e questo Lei lo ha spiegato nei suoi curriculum inviati?
L’intervistato: si
Domanda: è terribile! Cerchiamo di riassumere perché qualcosa sfugge. Lei è un personaggio altamente formato, che ha inviato 735 curricula il cui costo viene assorbito in tutto o in parte dai fondi pubblici?
L’intervistato: è così, l’ho scritto, vivo in questo modo da anni e tale mi propongo, ma pare che non interessi a nessuno.
Conclusione dell’intervista: Dottore, sono certo che nell’arco di pochissimo tempo qualche imprenditore si svegli, capisca quanto ha ricevuto rileggendo con attenzione e la chiami. Non è una rassicurazione di cortesia che le sto facendo, ma ne sono intimamente convinto. Vuole forse aggiungere qualcosa?
L’intervistato: si grazie. Vorrei che le imprese leggessero quello che ricevono senza cestinare prima d’aver capito di cosa si tratti, anche se dovesse pervenire tanta posta. Del resto tante richieste è anche tanto onore. Non solo, in nome della dignità delle persone, sarebbe anche cortese che a ogni proposta pervenuta ci fosse una risposta, perché ne vale l’immagine dell’impresa. Accade anche che si lascino messaggi a cui l’imprenditore neppure risponde. E’ difficile lanciare le aziende quando manca l’ABC della comunicazione di base. S’immagina che sforzo internazionalizzare delle PMI che non sanno neppure relazionare salvaguardando la loro immagine?