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Budweiser American era il numero 1 della birra negli Stati Uniti; improvvisamente, nello spazio di solo qualche mese, un totale rovesciamento e perdita d’immense quote di fatturato. Il marchio Budweiser American beer ora è al terzo o quarto posto sul mercato americano. Com’è possibile che un’azienda di grande successo inverta così clamorosamente e rapidamente la sua crescita rischiando se non la bancarotta qualcosa di molto simile?

Semplice! Hanno assunto come amministratore delegato un maschio vestito da femmina, un invertito, in questo momento soggetti del genere sono chiamati “trans gender” ovvero soggetti che non hanno capito se sono maschi o femmina. E certo che a uno incapace di capire l’identità della sua esistenza, affidarli delle responsabilità importanti come la direzione di un’impresa di successo, è stato un azzardo non gradito dal consumatore che ha immediatamente rigettato il prodotto.

Il fatto merita approfondimenti.

L’ulteriore livello di studio da sviluppare non si limita al mero accadimento, che conferma quanto il cliente sia sensibile a quello che anni fa, apparivano come scelte interne delle aziende, ma tocca la pubblicità.

Spesso i pubblicitari si sono letteralmente inventati e hanno imposto un modello espressivo estraneo ai loro consumatori. Mi spiego. A consumatori Occidentali sono stati imposti modelli pubblicitari nei quali non si riconoscono.

L’uso diffuso di donne bionde e Occidentali, accompagnate con modelli di colore o altra razza, scimmiottando comportamenti da coppia, impone una formula di convivenza sociale non realistica e riconosciuta dal consumatore.

Quando la spesa per pubblicità risulta elevata e i ritorni scarsi, si pensa alla crisi strisciante non all’errore nel modello espressivo che si traduce in ridotti fatturati rispetto al potenziale effettivo.

Oltre a tutto ciò basta entrare nel sito WEB della Budweiser American per notare l’arroganza di cui quest’impresa è vittima. Il visitatore è costretto ad accettare “i cookie” per proseguire, quando qualsiasi altro sito permette la scelta al consumatore.

Forse questa è la fine di un grande marchio commerciale perchè gestito male.

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