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Sulla grande depressione del 1929. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Sulla grande depressione del 1929 confesso d’aver commesso un errore: mi sono concentrato solo sugli Stati Uniti a partire dalla crisi alla borsa di New York d’ottobre di quell’anno. A parte i segnali che preavvertirono di quanto stava accadendo nella stessa America, mi sono dimenticato dell’epicentro europeo; la Germania.

La Repubblica di Weimar aveva già dato segnali di collasso nel 1928 reduce dall’iperinflazione del 1922/1923 giunta fino al 662% di distruzione del valore.

Chi mi ha corretto nell’errore è stato lo studio di questo meraviglio libro qui indicato per la copertina:

Sulla grande crisi la Signora e prof. Vera Zamagni fa presente che il tutto è passato da problema a dramma a causa d’alcuni passaggi qui ora descritti:

  • nel corso degli anni Venti furono apportate delle rigidità in ambito macroeconomico e nelle relazioni commerciali internazionali;
  • tali rigidità riguardarono, il sistema monetario, tornato al gold standard già impiegato prima della guerra. Tale rientro nella “normalità” però vide gli Stati Uniti passare dalla posizioni di debitori verso l’Europa a creditori! Fin qui nulla di male, ma la posizione americana di credito avrebbe dovuto comportare, secondo le regole del modello, un’apertura alle importazioni europee che non ci fu. Ecco il punto di crisi. Gli americani chiusero il mercato internazionale anziché aprirlo avendo una posizione di forza e credito verso altri;
  • il panico da crollo di borsa negli Usa è stato enfatizzato concentrato l’intera attenzione e ignorando i segnali premonitori avuti ben un anno prima;
  • le politiche restrittive (di cui si è già accennato per il versante americano) furono tali anche per la Germania che ridusse drasticamente le importazioni e a sua volte si vide le esportazioni quasi annullate. Tale fatto portò a fallimenti a catena in Germania consentendo successivamente a Hitler di poter far leva sul malcontento diffuso del 30% della popolazione tedesca priva di lavoro;
  • sulla grande crisi pesò non poco l’ostinazione a mantenere le politiche di bilancio in pareggio.

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