Sulla crisi sia del sindacato sia del suo referente politico c’è molto da riflettere. Il riferimento è ovviamente alla CGIL e al suo “padrone” politico d’oggi PD come ieri PCI. Entrambe le dimensioni sono profondamente in crisi tanto da lasciar ipotizzare la scomparsa o collasso senza rimpianti di tutte e due le espressioni politiche.
Perchè il sindacato di sinistra è fallito? Semplice! perchè resta trincerato dietro la sola ideologia.
In altri contesti, come quello statunitense dove il partito comunista è stato fortunatamente posto fuori legge, il sindacato ha un ruolo sociale d’indirizzo del lavoratore su diritti e doveri. Un concetto sconosciuto nel nostro contesto lavorativo: doveri! Sulla crisi del sindacato pesa l’assenza clamorosa del concetto “doveri”. Non è finita. Sull’alta mortalità al lavoro in Italia, in tutta onestà c’è da concentrare l’attenzione sull’uso del cellulare al lavoro. Un qualcosa che dovrebbe essere inibito, ma che certamente il sindacato non ha la capacità, invettiva e fantasia di porre all’attenzione di chi lavora.
Come si può riconoscere fiducia a un qualcosa che succhia risorse dal sistema economico come un parassita, dispensando colpe al sistema d’impresa in forma dogmatica priva d’autocritica?
L’arroganza insita nella patologia comportamentale dell’era globalizzata e post globalizzata, trova nelle “certezze” del sindacato una buona giustificazione.
Come dovrebbe essere un sindacato civile nel senso di parte della civiltà?
Sicuramente non ideologizzato! Significa non aprioristicamente di parte, ma al servizio delle aziende e dei dipendenti. Cessare il ruolo ideologico di parte vuol dire smettere d’essere comunisti o di sinistra in genere. Il virus dell’incapacità ad essere obiettivi è squisitamente di sinistra. Possiamo avere un sindacato non di sinistra? SI, è facile, basta che ci siano persone normali e serie dedicate alla civiltà del lavoro; non alle necessità di partito.