Il pensiero appiattito è quello che è stato riscontrato ragionando insieme a una persona che lavora da molti anni con persone anziane, bisognose d’assistenza quotidiana.
Su questo tipo di lavoro (anzi servizio alla società) non c’è assolutamente nulla da dire, se non ringraziare per la passione, sforzo e sacrificio. Per quanto retribuito questo lavoro comunque richiede una dose di passione e impegno senza il quale non si riesce a svolgere. Ne consegue che ogni onore possibile è d’attribuire a chi è insegnante, badante, personale sanitario etc. Nonostante l’onore c’è però un problema.
Lo stesso problema è stato riscontrato anche nei militati e poliziotti come impiegati postali.
Questo personale oggettivamente lavora con un certo tipo d’utenza. L’insegnante con gli alunni (il fenomeno s’accentua se l’utenza è d’età ridotta), il militare nel suo ristretto ambiente, l’agente di polizia con malfattori e colleghi di lavoro. L’impiegato postale con la meccanicità delle operazioni che sbrigativamente liquidano la necessità del cliente.
Quando si ragiona con queste persone emergono:
- ripetitività di parole utilizzate, spesso il “diciamo” viene ripetuto ogni 3/4 parole espresse;
- la circolarità del “pensiero” che è ripetitivo limitandosi a delle battute in funzione di slogan. Il soggetto non ragiona ripete delle frasi di rito e continua ad affermarle pensando d’aver sviluppato un pensiero compiuto. In realtà il personaggio non afferma nulla, s’incanta come un disco rotto nel ripetere e ribadire le stesse affermazioni già espresse;
- il soggetto “s’offende”se posto di fronte a una valutazione diversa dalla sua. Non sapendo modulare altro ragionamento che quello suo monotono, se posto di fronte a un ragionamento alternativo s’altera perchè non sa che dire rispondendo in forme conflittuali. Ecco che emerge una grande lezione: la conflittualità è spesso motivo d’ignoranza anzichè reale contrapposizioni tra opinioni opposte.
Il ragionamento, che d’ora in poi chiamiamo il pensiero appiattito, prosegue in altro studio successivo al presente per i rimedi.