Produzione snella quale criterio per snellire i costi di produzione: ottimo, ma nessuno ci ha capito nulla. Al di là dell’affermazione, che ovviamente può apparire eccezionalmente presuntuosa, c’è un punto alla base di ogni processo formativo sull’argomento che viene sistematicamente tradito. Tutti e dico veramente tutti, quando s’addentrano nella materia dimenticano dei passaggi fondamentali e propedeutici che sono:
- la produzione snella è possibile quando la maestranze s’identificano con l’azienda. Va ricordato che questo metodo di lavoro proviene dal Giappone, dove l’Uomo è Istituzione e parte della Nazione. Un concetto che nell’Italia degli anni Duemila è completamente sconoscito e volutamente allontanato;
- comunque, cercando di sensibilizzare chi lavora (in Italia) al concetto d’identificazione nell’impresa, sono necessari dei passaggi propedeutici che sono:
- studio dell’organigramma possibile e potenziale (parte d’organizzazione aziendale)
- analisi del fattore umano reale e potenziale, analizzando i tempi e costi di trasformazione (se possibile) per raggiungere l’idea d’organigramma auspicato.
Ecco dove tutti i corsi di produzione snella si “sfasciano” non producendo quelle trasformazioni che si vorrebbero.
Più concretamente e in termini di ore, affinché una formazione in argomento possa avere successo servono almeno:
- 25 ore d’organizzazione aziendale (studio del mansionario, carichi di lavoro, concetto di produttività e sua applicazione al fattore umano)
- 30 ore di gestione delle risorse umane (sensibilità ai valori dell’azienda – sperando che ne abbia – criteri di tenuta della comunità attraverso i riti, formazione, carriera, remunerazione e selezione)
- 50 ore di produzione snella (approvvigionamenti, magazzino, produzione, stoccaggio, flusso di consegne ai clienti)
Una formazione impostata su poco oltre 100 ore non è comunque sufficiente. Due mesi dopo il primo ciclo di formazione è necessario un nuovo ciclo di 8 ore di verifica (2 lezioni). A seguire 6 mesi dopo un ciclo di 12 ore (3 lezioni). Conclude l’iter formativo annuale un incontro a 12 mesi dall’inizio della prima lezione di 8 ore (2 lezioni).
Con un’impostazione di questo tipo è possibile monitorare gli effetti che la formazione POTREBBE aver indotto nella mentalità italiana in azienda.
Su quanto scritto si nota e non è neppure nascosta, una vena di scetticismo e pessimismo. E’ vero, è presente, il che non vuol dire lasciar perdere su questo argomento per le imprese italiane. Non si deve lasciar perdere assolutamente l’idea dell’evoluzione, ma in termini di risultato si resta sul modesto. Solitamente s’esaltano piccoli risultati giusto per dire qualcosa, il che non vuol dire mollare la presa. Il problema non è solo nell’azienda, ma in una società ancora immatura per la coesione sociale, sui valori e nella produzione. L’Italia è stata matura, sotto quest’aspetto, negli anni Cinquanta e Sessanta, ma oggi ha perso quelle capacità che forse torneranno, inoltre nelle aziende ci sono troppe persone a bassa età (sfruttate) e mature (scoppiate).