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Come l’Ungheria nel 1956 oggi il massacro ucraino: guardiamo

by Giovanni Carlini
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Come l’Ungheria del 1956 oggi si rivive la stessa vicenda.

Storia che è stata consumata nuovamente nel 1967 in Cecoslovacchia, in Georgia nel 2008 e quindi oggi, 2022 in tutta l’Ucraina.

Qual è il filo conduttore di tutte queste vicende?

Fino ad oggi è stato dichiarato che le atrocità commesse oltre il confine, non c’interessano.

Quindi i carri armati sovietici (russi) che sparano contro le persone e rivoltose, sono fatti loro. A noi resta solo la tristezza!

Attenzione che questo giochino della tristezza, con un mancato intervento, lo abbiamo vissuto molte volte; e stiamo proseguendo su questa strada.

Perchè i nostri valori devono essere mortificati in nome della politica? Perchè sopportare il massacro in nome della non ingerenza?

Con la porcata del non intervento, i cinesi (gli altri russi) hanno fatto quello che hanno voluto a Honk Kong. Non è finita, la Cina fa lo stesso dei russi in Ucraina con Formosa (chiamata Taiwan). L’Occidente può stare a guardare piangendo e manifestando?

Dov’è la nostra superiorità di civiltà rispetto alla Russia?

Dove si trova il maggior valore dell’essere umano che l’Occidente riconosce alla persona rispetto la brutale Asia?

Signori dove si trova la nostra civiltà.

Nel momento in cui abbiamo chiaro in mente che l’Ucraina è l’aggredita e la Russia l’aggressore, che cosa si sta aspettando?

LA RUSSIA NON HA ALCUN DIRITTO STORICO SULL’UCRAINA O SULLA GEORGIA O SULL’EUROPA DELL’EST.

IL COMUNISMO RUSSO HA MALTRATTATO E DISTRUTTO QUEI PAESI DAL 1917 AL 1989, MOTIVO PER CUI CESSA OGNI PRETESA AL POSSESSO.

Come l’Ungheria non sia oggi l’Ucraina in nome e per conto della superiore civiltà Occidentale.

Abbiamo bisogno di poterci ancora guardare allo specchio. Non possiamo più volgerci dall’altra parte quando l’eccidio avviene oltre il confine, in particolare quando riguarda la nostra cultura.

Con questo ragionamento dovremmo intervenire in Libia e in Siria? NO. La Siria e la Libia sono altre culture, noi pensiamo a casa nostra prima di tutto.

Grazie alla Signora Laura Canali per aver saputo trasformare la geografia in arte.

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