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E’ colpa dell’Italia se l’Ucraina non è nella NATO dal 2008

by Giovanni Carlini
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E’ colpa del nostro Paese se oggi l’Ucraina è un campo di battaglia. Si tratta di una realtà che NESSUNO VUOLE RICORDARE. Di fatto sia la Germania sia l’Italia, esclusivamente per questioni commerciali, hanno impedito all’Ucraina d’entrare in un’area di sicurezza dalla Russia chiamata Ue e NATO. Perchè?

Come già anticipato, nel testo qui indicato, del tutto casualmente emerge un capitolo che descrive passo per passo ciò che è attuale da 10 giorni a questa parte. Come a dire che tutto è già scritto! Che rabbia sapere che ogni cosa l’avremmo dovuta sapere TUTTI, in particolare quelli che prendono oltre 12.500/mese che di mestiere dirigono. Cosa dirigono se non sanno?

Il riferimento è alla Ue quindi alle diverse Autorità italiane compresa quella non votata da nessuno che “governa” senza legittimità. Il riferimento è al Mario Draghi d’oggi e a quelli passati prima di lui, frutto di una voluta e distorta lettura della Carta Costituzionale in atto dal presidente della Repubblica, il Napolitano, d’origine PCI dal 2011.

Tornando al “E’ TUTTO SCRITTO”, ecco i dettagli. Per rendere immediatamente leggibili i diversi passaggi  si è preferito elencarli.

  • la crisi dell’Unione Sovietica inizia con la caduta del muro di Berlino nel novembre del 1989;
  • a dicembre 1991 la crisi dell’URSS porta alla Russia (quella di oggi) che si trova in piena “recessione da transizione” passando da un sistema ad un altro;
  • Soros definì questi anni per la Russia come quelli di transito da “un’economia pianificata dal centro, ma senza più il centro” (pagina 135, capitolo V°, Un mondo multipolare, del testo qui indicato);
  • l’11 ottobre 1994, proseguendo la crisi da transizione, il rublo perse il 25% (il martedi nero della Russia) e il PIL scese del 40%;
  • l’economia russa prese respiro stabilizzandosi solo nel 1995 per ricadere in crisi seguendo quella finanziaria asiatica del 1997;
  • in agosto 1998 Eltisn (capo del Governo) perse il controllo del Paese;
  • il 17 agosto Mosca svalutò il rublo che passò da 7 a 21 rubli contro dollaro, congelando anche il pagamento delle cedole sul debito pubblico russo (come spesso fa l’Argentina ai giorni nostri).
  • in agosto 1998 il 40% dei russi vive sotto la soglia di povertà;
  • all’inizio del 2000 in Russia si pagava tutto (comprese le tasse) in dollari anzichè rubli. Al di fuori degli Stati Uniti, la Russia era la più grande economia in dollari del mondo;
  • Nei paesi ex satelliti della Russia le cose andavano leggermente meglio, ma non più di tanto. Ovunque la produzione industriale scese del 30% tra il 1989 e il 1994. Addirittura le retribuzioni diminuirono del 60% in Estonia e del 70% in Lituania;
  • Di fronte a questo mondo (l’Est d’Europa) ridotto alla fame sia la Ue sia la Nato intervennero offrendo aiuti. In pratica si replicò nei fatti e importi il Piano Mashall già goduto dagli Occidentali nel 1948. L’Est fu letteralmente travolto da una massa di denaro pubblico di grandi dimensioni a cui s’accompagnò anche il capitale privato. Un dettaglio, quest’ultimo di non poco conto! Nel 1948 in Europa, al piano Marshall come fonte pubblica di sostegno, i capitali privati giunsero solo 10 anni dopo, alla fine degli anni Cinquanta. Nell’Europa dell’est invece sia il pubblico (UE) sia il privato furono entrambi presenti sul mercato con dei risultati eccezionalmente elevati. Tutti i paesi ex comunisti, tranne la Russia, l’Ucraina e la Georgia, raggiunsero livelli di benessere mai goduti negli ultimi 50mila anni di storia. Ovviamente queste Nazioni aderirono alla Ue e alla Nato entrando progressivamente tra il 1993 e il 2004 (gli ultimi furono i rumeni e i magiari, ovvero Romania e Ungheria);
  • Nel 2003 ci fu una prima seria spaccatura nel tessuto della Ue/NATO. Di fronte alla necessità statunitense di disarmare Saddam Hussein, solo la Francia e la Germania dissero di NO, ma tutti gli altri paesi e in particolare quelli dell’Est votarono a favore. Si venne così a formare quella situazione che Habermas e Derrida (studiosi europei) definirono una DISTINTA IDENTITA’ EUROPEA. Vuol dire che a quanto ritenuto importante da parte francese e tedesca non corrisponde pari sensibilità da parte degli altri Paesi e in particolare quelli ex comunisti;
  • come capitale privato, ad esempio, banche come l’Unicredit (per citare il più piccolo degli istituti bancari occidentale presente sulle piazze dell’est europeo) comprarono in massa tutto il sistema di banche dell’est;
  • quanto si verificò sul piano bancario si replicò anche in termini industriali;
  • il successo e il benessere dei paesi ex comunisti non si replicò però in Ucraina e Georgia da cui le “rivoluzioni colorate”; rivoluzioni (2004) svolte però senza urtare la sensibilità russa ex sovietica;
  • i paesi che avevano già aderito alla Ue e alla Nato scelsero 5 modalità monetarie diverse per coesistere con l’euro che furono:
  • – l’ancoraggio diretto all’euro (Lettonia)
  • – currency board, che vuol dire quotare la propria divisa in base alla quantità di euro detenuta nella banca centrale, scelta operata da Lituania, Estonia e Bulgaria;
  • – flottante libero per Polacchi e Cechi;
  • – bande di fluttuazione per i magari (Ungheria)
  • – flottante controllato per la Romania garantendo interventi a richiesta da parte della Banca centrale rumena.
  • In questo contesto, d’accelerata integrazione, si giunse sull’orlo di una crisi nel 2008 in quanto i grandi capitali in afflusso dall’Occidente (pubblici e privati) smisero di giungere nell’Europa dell’Est in occasione della crisi subprime;
  • Nella narrazione è rimasta indietro la Russia. Nel 2000, sostenuto da Primakov arriva al Cremlino Vladimir Putin. Il suo valore e peso è subito dimostrato! Il barile di greggio russo passa dai 9,57 dollari del 1998 ai 94 del 2008. Putin si circonda di gente di fiducia esclusivamente sua a cui affida parti dell’economia russa prevalentemente fondata sulla vendita di materie prime energetiche all’Occidente. Chi non aderisce al piano di Putin si trova un’indagine fiscale tale da portare in galera l’imprenditore ribelle. In pratica quello che ha fatto la magistratura italiana con 370 ispezioni fiscali a Berlusconi senza riuscire nell’intento, ma in Russia lo hanno fatto e ci sono riusciti. Gli imprenditori che non hanno ceduto a Putin sono stati condannati e quindi sono morti in circostanze “misteriose”. Di fatto il sistema Putin replica una mafia o cosca che ha preso il potere. Nascono in questo modo i gerarchi (detti oligarchi per differenziarli da quelli fascisti/nazisti) di cui oggi le cronache sono piene;
  • con il potere in Russia saldo nella mani del Putin, partecipando ai diversi incontri al vertice nel mondo, questi spesso pose una domanda a cui nessuno sa o volle rispondere: quale equilibrio politico emerge dall’economia integrata? 
  • QUALE EQUILIBRIO POLITICO ESPRIME L’ATTUALE SISTEMA ECONOMICO?

  • fine prima parte. Nella seconda capiremo perchè è colpa dell’Italia il mancato ingresso dell’Ucraina nella Ue/Nato.

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