Ingoia il suo conato di vomito per non sporcare la macchina del figlio. Si tratta di una mamma (sante donne!) che in auto con la famiglia del figlio sente la necessità d’espellere la cena gustata al ristorante, ma non lo fa per questioni di decoro e correttezza. Il fatto però porta nei polmoni della donna parte del cibo che avrebbe dovuto rigettare il che ne causa il decesso.
Vengo a sapere un fatto di questo tipo, esprimendo le mie condoglianze a una Signora per la perdita di una sua parente.
Non ero a conoscenza dei fatti e ne sono rimasto molto colpito, in senso negativo; del tipo come si riesce a morire!
La signora deceduta non era ovviamente una giovinetta, i suoi 70 anni li aveva tutti, ma non per questo si muore per un fatto del genere.
Sconvolto dalla “stupidità della morte” (con tutto rispetto per la deceduta) sento la necessità di pubblicare una riflessione completamente avulsa rispetto ai temi solitamente qui affrontati.
E’ possibile che questo sia il primo e ultimo spunto su un tema così NON tecnico come gli altri che solitamente vengono discussi ed approfonditi.
La stupidità della morte.
Probabilmente la morte non è né stupida né intelligente, ma neppure gloriosa o insignificante; è solo morte, l’ingresso nel nulla.
Il pensiero corre a chi si è immolato per la Patria e i sacri valori della nostra società. A queste meravigliose figure ed esempi resta un monumento o forse il ricordo e poi “puf”.
Approfondendo si giunge a Sigmund Freud.
Qui allegati ci sono degli appunti sul concetto di personalità e del sé in base agli studi di Freud appena schematizzati per le mie lezioni.
Probabilmente l’argomento sintetizzato non è pertinente alla concettualizzazione della morte, che ricordo comunque fu svolta dal fondatore della psicoanalisi. In quelle ricerche s’affrontò lo spirito autodistruttivo dell’essere umano. Si conferma un concetto: noi tutti studiamo il concetto di morte e poi restiamo senza parole difronte a chi muore perchè ingoia il bisogno d’espellere cibo. Che dire?