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E se dovessi perderlo cosa faccio? Dice la ragazza

by Giovanni Carlini
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E se l’uomo al quale mi fossi legata lo dovessi perdere, a me cosa resta da fare? afferma la ragazza in classe ragionando con il prof.

La lezione è di ricerca attiva del posto di lavoro e il docente punta all’identificazione del giovane candidato al colloquio di lavoro con i valori e la storia dell’impresa. L’obiettivo è credere nell’azienda per sposarsi con l’organigramma e lasciarsi educare ad essere migliore alzando la produttività.

Per spiegare un concetto di questo tipo, l’insegnante chiede agli allievi: quando capite che vi state innamorando?

L’attesa del docente è per un discorso del tipo qui a seguire, che probabilmente si rivela sproporzionato per la classe che ha.

Il docente ritiene che l’innamoramento sia la conseguenza dell’indispensabilità di una donna per un uomo e viceversa. Anzi non basta!

Grazie a quell’amore si vale di più, pensa di più, capisce di più, legge di più, vale di più.

L’amore fa bene a me sapendo che è merito del partner.

Questo è il tipo di risposta che il docente s’attendeva, in nome della civiltà della vita sapendo ormai come funziona. E invece no!

2 ragazze rispondo in modo diverso.

Il loro pensiero è: ….io sono già ad un alto livello, il mio compagno è tale se mi sostiene e mantiene nell’attuale livello. Una sorta di “carabiniere” che non mi consenta di flettere dalla mia già elevata curva delle prestazioni. 

L’insegnante risponde: ma lei è rossi centrica! (ipotizzando che Rossi sia il cognome della giovane donna). Il sentimento, quello vero e genuino non è centrato su di lei, ma sull’altro, che la rende a sua volta unica consentendole prestazioni eccezionali. A quel punto le due ragazze rispondono: e se l’uomo se ne dovesse andare a me cosa resta? Mi devo tutelare rispetto all’ipotesi che resti sola. Cosa devo fare se dovessi perdere lui? Chiede una delle giovani donne e il docente risponde: farà la vedova. Non è la prima e non sarà l’ultima.

Cosa possiamo imparare da queste risponde?

Indubbiamente le 2 ragazze sono troppo giovani per aver incontrato l’amore.

Ma non è solo questo. Impressiona quest’essere “rossi centrica” tralasciando il sentimento per l’altro che resta strumentale al personale egoistico benessere. Finché le ragazze non matureranno restano estremamente pericolose per qualsiasi tipo di rapporto sentimentale possano allacciare. Del resto come abbiamo fatto a raggiungere il 42% dei divorzi nelle coppie coniugate e il 60% d’abbandoni tra quelle conviventi?

E se l’era globalizzata con l’abuso del web (anzichè il semplice uso) avesse anche portato alla sterilità della relazione affettiva?

Partire dal presupposto che il rapporto possa rompersi (e se lo perdessi?) è indice di una visione sia centrata su se stessa ma anche molto pessimista della vita.

Io non amo una donna perchè ci spenda i prossimi 60 anni (auspicato) ma perchè senza di Lei, oggi non si alza il Sole, e crepo di freddo. E’ nell’oggi il trionfo dell’amore con la prospettiva a 60 anni. E se mi lasciasse direbbero le mie allieve? Pazienza, ho vissuto e sono più ricco.

Modi diversi d’amare: l’amore maturo e quello che crescerà.

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