Bentornato Signor Presidente, Donald Trump nell’appuntamento delle prossime elezioni presidenziali fra 4 anni scarsi.
Lei rappresenta l’ultimo Presidente sicuramente eletto negli Stati Uniti.
L’attuale, il biden è solo un “incaricato” all’Ufficio presidenziale, in pratica un impiegato, nulla di più o di meno. Non per questo il biden non vada rispettato! sta svolgendo il lavoro per cui è pagato.
Veniamo a Lei Signor Presidente Trump e apriamo una stagione d’autocritica molto gradita da tutti noi, suo elettorato.
Il primo punto di critica costruttiva che va detto è stata la sottovalutazione del virus cinese. Politicizzare l’uso della mascherina è stata una gran cretinata. Che Lei voglia apparire “forte” è apprezzabile come immagine, ma non per questo la Nazione non avrebbe dovuto usare la protezione da febbraio 2020. Non è finita!
Lei avrebbe dovuto “strizzare” la ricerca scientifica “forzandola” a un vaccino da diffonde già nell’estate 2020. L’arma del ricatto fiscale e d’enormi sanzioni alle imprese di ricerca, se non avessero aderito alla richiesta, non le mancava certamente.
Quindi la gestione a sorpresa della polmonite cinese è stata insufficiente.
Le sorprese nell’anno elettorato sono sempre drammatiche per chi difende il Governo (si ricordi il la crisi “subprime” per John McCain)
Altro aspetto che Le si chiede di cambiare è l’uso del virtuale. Può chiudere per cortesia quella comunicazione estemporanea da “Twitter” passando ai “discorsi al caminetto” settimanali come già fu per Franklin Delano Roosevelt?
Smettendo d’usare internet è gradita la Sua presenza ovunque, compatibilmente con l’incarico di Presidente. Ricordi in tal senso John F. Kennedy.
Gli aspetti di critica a Lei sono quindi 2: non ha ben gestito la crisi pandemica e ha comunicato male alla Nazione. Inoltre sarebbe stato saggio “spezzare” l’intera industria del virtuale (Google e company).
Per spezzare significa riportare al rispetto della legge il mondo d’internet dove si dovrebbe accedere per riconoscimento legittimo.
Mentre qui è stata espressa una critica, nulla da obiettare sul piano dell’economia e della politica internazionale. Ben fatto per l’uscita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla cretinate sul clima. L’isteria sul “verde” nasconde il bisogno d’affermazione di un nuovo movimento che vuole sgomitare per esistere. Già fu così per il sindacalismo a cavallo dell’800/900 e i connessi partiti di sinistra.