Antisemitismo la cui foga e insistenza espressa delle Istituzioni sull’argomento lascia perplessi.
Il sospetto è semplice: vuoi vedere che con la giusta e corretta celebrazione del dramma ebraico consumato nel secondo conflitto, si voglia in realtà far passare altri concetti?
Il sospetto è vivo e forte!
Mi spiego.
Rinnegare o non riconoscere l’evidenza storica è veramente stupido. Il negazionista è stupido. Anzi, per dirla tutta, un negazionista non rappresenta neppure una controparte. Non c’è stimolo e confronto con uno che non sa leggere neppure la storia. Si parla d’analfabeti o maniaci esibizionisti che devono trovare a tutti i costi qualcosa per apparire.
In tutta onestà c’è un parallelismo tra esibizionismo nei concetti vuoti tra negazionisti e quelli che non vogliono la vaccinazione.
Il confronto si estende a quelli che ancora non si sono accorti della polmonite cinese in Italia dopo 85mila morti!
Entrambe queste sottospecie umane sono legate dal bisogno da riempire la bocca di un qualcosa anche se inesistente e non logico.
Non ha alcuna importanza che si neghi l’evidenza storica nel dramma ebraico o l’evidenza scientifica nell’importanza del vaccino nell’evoluzione del genere umano. Il negazionista resta un sub-umano. Con un minorato mentale non c’è confronto e dialogo.
Tolti di mezzo tutti i negazionisti, quelli legati alla storia e coloro che sono coinvolti nella negazione al vaccino/polominte cinese, (quindi sgombrato il campo da ogni equivoco) resta una passione sospetta da parte delle istituzioni sulla celebrazione dell’Olocausto.
Vuoi vedere che con la giusta rappresentazione storica (non altrettanto vissuta per i drammi giuliani d’italiani uccisi da nostri comunisti in combutta con gli slavi) dell’eccidio, a danno della comunità ebraica europea, si nasconda in realtà una pari richiesta d’accettazione degli immigrati?
Come si condanna (giustamente) la caccia all’ebreo vissuta in quegli anni, sembra chi si voglia far passare l’accoglienza agli immigrati.
In pratica s’afferma un concetto per ribadirne un altro.
Ebbene se ricordare che l’antisemitismo è un patrimonio della nostra cultura, l’accettare l’immigrato non fa parte della comune e condivisa visione di società per un motivo semplice.
Gli ebrei sono parte dell’Occidente ma non lo sono gli africani, peggio ancora gli islamici e tanto meno i cinesi.
Inoltre i 10 milioni d’immigrati in Italia (su 50 di residenti nazionali) non rappresentano una scelta di tutti gli italiani, ma solo di un partito ben preciso (il Pd ex PCI) che cerca nuovo elettorato per confermarsi al Governo.
Ecco che l’immigrazione è un fatto di parte, non condiviso da tutti, anche perché estraneo alla nostra cultura d’Occidentali.
Con questo sospetto si pensa e tollerano a fatica le cerimonie ufficiali dedicate all’antisemitismo (soldi stanziati e spesi per un concetto di parte).
Si vuole mostrare in questa riflessione una parte della raccolta di manifesti d’epoca che NON sono attinenti al tema dell’antisemitismo.
Questa collezione (parzialmente esposta) descrive la mentalità di quelli che l’antisemitismo lo hanno praticato! Considerato che un discorso storico deve tenere in evidenza tutte le parti dello scontro qui senza entrare nel merito (chi ha ragione o torto) si sottolinea come “la scelta” da che parte stare non fosse così nitida come oggi potrebbe apparire.
Ecco il senso della collezione di manifesti qui esposta.
Le persone che hanno vissuto quell’epoca (che si può replicare in ogni conflitto) avevano la visuale completa di cosa sia giusto o sbagliato? Oppure è nella natura del conflitto la confusione tra il giusto e lo sbagliato o il meno giusto e il più sbagliato? Questo è il dramma della storia.