Variabili nominali, ordinali e cardinali sono un argomento di statistica sociale, forse il primo in elenco, che fa soffrire i nostri studenti.
In realtà la sofferenza cessa quando dal concetto astruso si passa a una normalissima tabella esplicativa.
Ci sono dei concetti che per essere capiti “vanno prima di tutto visti” e poi, solo dopo anche spiegati.
Le variabili nominali e ordinali come cardinali è uno di quelli.
Qui viene in mente un mio progetto che forse non realizzerò mai: scrivere un testo di microeconomia per figure anzichè parole o limitare al massimo l’uso dello scritto. Chissà!
Tornando a noi, va chiarito tutto in questo modo:
Serve una tabella strutturata su 5 colonne che sono:
Tipologia del dato in corso di studio Proceduta d’operativizzazione (ora vediamo che cosa vuol dire) Tipo di variabile Caratteristiche dei valori Operazioni effettuabili sui valori.
Per non tradire il concetto appena espresso (si capisce guardando più che leggendo) ecco una grafica e sotto la spiegazione.
Nella prima colonna (Tipologia del dato) s’analizza lo “stato della proprietà”. Tradotto in italiano vuol dire chiedersi se sia “discreto” o continuo. Quale la differenza? UNA VARIABILE DISCRETA E’ QUELLA CHE IN FORMA INEQUIVOCABILE BLOCCA UN CONCETTO SENZA ULTERIORI SFASAMENTI (che altrimenti sarebbero continui). Ad esempio essere religioso o non esserlo. Repubblicano o democratico. Maschio o femmina. Non c’è una via di mezzo, o si è una cosa o l’altra. Bianco e nero è ancora un altro esempio. Negli stati della proprietà/tipologia del dato in studio, la prima PROPRIETA’ IN CORSO DI STUDIO E’ DISCRETA.
1) Proprietà discreta NON ordinabile (e allora la possiamo solo classificare come procedura di operativizzazione) e considerarla come VARIABILE NOMINALE. In questo caso si usano delle etichette e le operazioni posso essere solo uguale/diseguale. Infatti sull’appartenenza a una religione possiamo solo avere che sia o no cattolico e come caratteristica della variabile appena “etichettarla” per tipologia di credo spirituale. QUINDI LA VARIABILE E’ SOLO NOMINALE e operativizzata (utilizzata) per classificazione.
2) Ci sono anche le proprietà che sono discrete ordinabili. SI RICORDA CHE DISCRETO VUOL DIRE ASSUMERE STATI FINITI E SOLO ORDINABILI PASSANDO DA UNO ALL’ALTRO CON DEI SALTI E NON IN FORMA CONTINUATIVA. O SI E’ O NON SI E’. Quando ci si trova nelle proprietà discrete ORDINABILI è saggio pensare al titolo di studio o ai gradi nelle forze armate. Le operazioni effettuabili con questo tipo di proprietà sono maggiore/minore ma anche uguale/diverso come visto precedentemente.
3) A seguire le proprietà che sono discrete enumerabili. Queste consentono il conteggio come operativizzazione e l’uso di una variabile cardinale. Qui alle precedenti operazioni si sommano anche le 4 operazioni matematiche. Le proprietà discrete enumerabili sono l’età, il reddito, il numero dei figli.
4) Infine le proprietà continue che mantengono le stesse operazioni delle discrete enumerabili, anche queste utilizzano la variabile cardinale. La differenza che definisce continua questa proprietà è che stiamo trattando del chilometraggio, ad esempio. che possiamo spezzare in infinite parti in metri e centimetri. Sono ancora CONTINUE quelle grandezze che possiamo misurare grazie ad un’unità di misura prestabilita come il litro o il metro.
Chiarite le 4 proprietà a seguire 4 operativizzazioni e 3 tipi di variabili nominali, ordinale e cardinale.
Le 4 operativizzazioni sono:
– per le proprietà NON ordinabili la classificazione (cattolico o protestante)
– proprietà ordinabili con l’ordinamento (Tenente o Capitano)
– quindi proprietà enumerabili operativizzate con il conteggio (le 4 operazioni), età, numero dei figli, reddito.
-infine la continua con operativizzazione di MISURAZIONE usando ancora le variabili cardinali già in azione dalle proprietà enumerabili.
Per spiegare questi concetti ho invertito i fattori. Anzichè partire dalle variabili mi sono focalizzato SULLE PROPRIETA’.