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Il fallimento per eccesso di debito sul PIL è un tema che è stato più volte ripreso in questo contesto. Il motivo è che l’attuale “Governo”, quello diretto da un non eletto da nessuno, con il ricatto, è riuscito a farsi finanziare a debito dalla Ue.

IL RICATTO 

Ricattando l’Unione Europa sull’imminenza fallimento della Repubblica Italiana per eccesso di debito sul PIL, l’attuale Governo ha ottenuto ingenti fondi di sostegno dalla Ue. Per mascherare l’operazione a beneficiarne sono anche altri Paesi. Con la differenza che le Nazioni che riceveranno il sostegno o sono già fallite (Grecia) o non indebitate come l’Italia.

Il concetto è semplice.

Con l’epidemia da polmonite cinese il debito sul PIL, che era a 134 a marzo del 2018 e salito a 137 a gennaio 2020, si è portato al 162% in autunno 2020. Vuol dire guadagnare 1.000 euro al mese, per esempio, e spenderne sistematicamente 620 in più. Il fallimento per eccesso di debiti sul PIL è in questo modo palese. Il guaio è che con l’arrivo dei fondi UE tale indebitamente dovrebbe salire al 199%. Un valore similare al fallimento della Repubblica Argentina del 2001 quando giunse al 201% sul PIL.

L’Italia come l’Argentina e la Grecia? Si, il paragone è corretto.

Sotto ricatto per un paese troppo grande per fallire, la Ue ha ceduto.

LE CONSEGUENZE 

Un governo che opera per fini elettorali è solo interessato a distribuire fondi per ricevere voti. Non ha alcuna importanza che quei fondi siano debiti o produttività della Nazione. L’intento elettorale dell’intera manovra è smarcato. Le conseguenze sono un indebitamento non tollerabile da parte del Paese con conseguente fallimento.

Vuol dire che l’Italia non rimborserà ne il debito pubblico in BTP, CCT e BOT, ne i fondi UE ricevuti e da restituire. Anche quelli a “fondo perduto” richiedono che tale fondo sia ripianato con tasse sulla plastica ad esempio.

Il debito pubblico è prevalentemente in mano alle banche da cui deriva una crisi bancaria. Il debito estero è un fatto politico che se la vedrà il prossimo governo della Nazione. Tutto qui.

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