Seggio elettorale per assicurare la democrazia e il voto in un paese evoluto: come organizzarlo?
Attualmente il Presidente di Seggio è libero d’applicare la struttura che desidera il che è “bello” ai fini della creatività. Nonostante ciò, c’è una lamentela diffusa che segnala l’assenza di uno studio preliminare. Un qualcosa che, stampato nelle ultime pagine del libretto d’istruzioni, possa offrire un punto di vista sul come organizzare il seggio elettorale.
In realtà ciò che manca E’ UNA SCUOLA che formi il Presidente di seggio.
Sarebbe saggio che i più importanti Comuni d’Italia potessero aprire dei seggi pilota dove addestrare i Presidenti.
Vuol dire che, anche con fondi europei, sarebbe buona cosa che l’Ufficio elettorale aprisse un seggio pilota. Una stanza dove svolgere corsi di 3 ore riservati ai Presidenti di seggio. In tali corsi si “mima” lo spoglio di una un’elezione del tipo comunale, politica, europea o referendaria. Significa esaminare e compilare sia l’annessa modulistica sia formare e chiudere i pacchi che la normativa richiede.
I frequentati (solo Presidenti di seggio) potrebbero anche non essere remunerati per la frequenza ai 4 tipi di corso organizzati, ma certamente meriteranno una percentuale nell’onorario.
Forse questi sono solo sogni di un formatore incallito. Più credo nella formazione e meno ne vedo; che peccato!
Qui di seguito sono indicati un certo numero di scelte organizzative del seggio elettorale. Per scelta di campo non si vuole entrare nel merito di quale sia il migliore come la peggiore. Alcune minime indicazioni di commento sono state scritte ma nulla in particolare. Tutte le scelte adottato sono di successo perché hanno assicurato il regolare svolgimento del servizio richiesto dalla legge, dalla Nazione e dal Comune.
Certamente anche a livello di grafica si sarebbe potuto fare di più e meglio. Spero che l’utenza possa recepire il messaggio e meditare sia sulla necessità di più eventi formativi, sia sulla pianificazione organizzativa del seggio elettorale.
In queste grafiche sono stati indicati dei punti di sanificazione che tradiscono l’epoca di celebrazione del voto: pandemia da polmonite cinese. Nel futuro, fra ancora un paio d’anni, è possibile che la santificazione del seggio non sia più necessaria. Certamente per le elezioni di primavera 2021 la necessità di santificare l’ambiente per contenere la diffusione del virus cinese, sarà ancora attiva.
Buon studio, il prof.
SCHEMA ORGANIZZATIVO NUMERO 1 (non per importanza ma solo come semplice numerazione). Si noti la grande distanza che viene mantenuta tra gli elettori e il personale di servizio al seggio. L’indicazione “urna” spiega due concetti, dove vengono depositate le schede elettorali dagli elettori dopo aver votato prima di uscire dal seggio e il luogo fisico dove viene esercitato il voto.
A SEGUIRE LO SCHEMA ORGANIZZATIVO NUEMRO 2. Anche nel modello due la distanza fisica con gli elettori è elevata. Resta anche in questo caso quel contatto elettore-urna che non è possibile ridurre per necessità istituzionali. In questo caso la lavagna per segnalare l’affluenza non può non essere trascurata dall’elettore perché posta alle spalle dell’urna.
LO SCHEMA ORGANIZZATIVO 3. Questo criterio organizzativo abbonda di punti di sanificazione a favore degli elettori. Bella l’esposizione della lavagna su cui indicare gli indici percentuali d’affluenza.
SCHEMA 4. In questa soluzione abbiamo per la prima volta l’urna posta fuori dal tragitto di marcia dell’elettore nel seggio. Ben visibile è la lavagna. La sanificazione è efficace e concentrata.
ANALISI DELLO SCHEMA 5. Qui c’è un’altissima concentrazione di personale addetto al seggio elettorale e una circolazione degli elettori molto alta nel seggio.
STUDIO DELLA SOLUZIONE 6. Qui si lamenta l’assenza della lavagna che non dipende dal lavoro del personale di seggio. In questa soluzione si nota un’altissima protezione per il banco di registrazione delle donne da parte degli elettori. Di converso una forte esposizione per quelli riferiti al genere maschile nel transito di ogni tipo d’elettore.
Non resta che aprire un dibattito di riflessione per tracciare via guida a favore di tutti.