Economia dello sviluppo 2, a seguire pari studio introduttivo già pubblicato in questo sito d’analisi e approfondimenti.
Si era rimasti all’economia circolare, ovvero un sistema di riciclaggio dello scarto nel sistema economico. Plastica, cartone, sistemi elettrici etc riutilizzati per prodotti nuovi. Bello & bellissimo ma sempre e comunque accessorio. L’economia verde è un lusso per ricchi ma l’Italia è fallita non è ricca.
Con un’esposizione sul PIL al 165% (in dottrina oltre il 150% sul PIL c’è il fallimento per eccesso di debito) abbiamo il fallimento della Repubblica Italiana.
L’Italia fallita si mette a fare del lusso nell’arredo a verde urbano e in economia circolare? Va bene, è un dettaglio che non modifica il quadro di riferimento.
Qualcosa che potrebbe cambiare il livello di spesa-consumo-produzione, potrebbe essere l’applicazione del modello portoghese. Si tratta di “pannellare” tutto il Paese per ridurre del 10% l’import di petrolio. Pannelli solari che vanno a sostituire l’uso del petrolio per produrre energia elettrica. Un qualcosa che rende solo se riduce sensibilmente l’import dai paesi arabi.
In realtà, oltre i pezzi di un discorso qui manca la via principale sulla quale snodarsi una politica industriale che manca.
L’Italia, in scacco dalla sinistra (partito comunista ora democratico ??), non ha mai saputo redigere un piano industriale per la Nazione. L’Italia economicamente parlando che cos’è? Una Paese terziario, industriale? Non lo sappiamo.
Come già scritto molte volte in queste pagine i nuovi “imprenditori” sono, in Italia, ristoratori e albergatori. Siamo certi che siano queste le figure professionali che necessitano allo sviluppo del Paese?
Tagliando corto a questi due studi sull’economia dello sviluppo, è solo L’INDUSTRIA che rende il lavoro stabile nel tempo.
Poter lavorare per 45 anni, amando in pensione, vuol dire che c’è INDUSTRIA.
Cosa sta facendo il Governo per favorire un piano industriale di rilancio? Ci sono fondi alla ricerca e aggregazione industriale? Dove sono i nuovi frigoriferi, lavatrici e televisioni del made in Italy? Ecco che l’economia dello sviluppo 2 si trasforma in dibattito.