Giovanna Botteri e la disinformazione della Rai

by Giovanni Carlini
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Giovanna Botteri è una giornalista della RAI, di quell’ente che per funzionare ha bisogno del canone televisivo pubblico. Come mai le reti di Berlusconi riescono a svolgere lo stesso lavoro RAI (pari ore di trasmissione) con un terzo della forza lavoro e senza canone?

Già con questa impostazione concettuale il servizio RAI entra in discussione come esistenza stessa.

Tradotto in termini pratici a che serve alla collettività qualcosa di più costoso rispetto ad altri pari servizi?

Però; c’è sempre un però da considerare in ogni aspetto della vita. Questo “però” dovrebbe cogliere l’imparzialità e autorevolezza della notizia offerta dall’Ente Pubblico. 

Vuol dire che l’informazione della Radio Televisione Italiana (così dovrebbe essere, ma non è) dovremmo tutti considerarla genuina, obiettiva e comprensibile.

Di fronte a un’informazione autorevole e ben esposta, passi pure il canone televisivo. 

Così però non è.

Tra i diversi giornalisti che hanno sporcato il marchio RAI negli anni e quindi il diritto al canone, una persona viene in mente.

La Signora Giovanna Botteri era corrispondente dall’estero della RAI dagli Stati Uniti, oggi si trova in Cina.

Perchè un giudizio così negativo su una stimata professionista dell’Ente pubblico?

Per molto tempo la Signora Giovanni Botteri, dagli Stati Uniti, ha presentato la Presidenza Trump in forme negative. Il parere personale della professionista non dev’essere rilevante nell’esecuzione del servizio pubblico. La Signora Botteri ha diritto a tutte le sue opinioni private tranne quando svolge il suo servizio. Presentare sistematicamente in forma negativa il Presidente, democraticamente eletto degli Stati Uniti d’America, ha reso la RAI meno affidabile.

Vuol dire che se l’Ente televisivo è di parte, perde il diritto al canone e la genuinità (presunta) dell’informazione. Nel caso la RAI dovesse essere di parte, perde il canone avviandosi alla chiusura. 

Infatti, presentando costantemente in forma negativa il Presidente degli Stati Uniti, la Signora Giovanna Botteri ha dovuto lasciare il Paese. Inutile confermare la grande soddisfazione dalla platea. Finalmente un comizio in meno al TG.

Il professionista dagli Usa è stato trasferito, forse per affinità d’idee in una dittatura comunista: la Cina.

Anche dalla comunista Cina, la Signora Botteri si distingue presentando sempre favorevolmente il regime. Atteggiamento completamente capovolto rispetto al servizio prestato negli Usa. Ciò conferma l’assenza di professionalità della giornalista!

Questo essere a favore del regime comunista, diventa complicità e quindi motivo per l’immediata cessazione del servizio a favore della RAI, il 30 luglio 2020 alle ore 13.30

La Signora Giovanna Botteri, commentando i fatti di Hong Kong, collega 3 eventi distinti tra loro in uno solo:

a) le procedure in atto contro il ritorno della pandemia da polmonite cinese;

b) l’arresto di una ragazzina di 16 anni dichiarata dissidente dal regime comunista;

c) l’esclusione (epurazione) degli eleggibili alla prossime elezioni locali, di tutti coloro che non sono comunisti.

La Signora Giovanna Botteri unisce i 3 eventi in uno. Vuol dire che ha affermato: la necessità di contenimento del virus da pandemia cinese ha giustificato gli arresti e l’epurazione.

Questo modo di presentare la notizia è viziato.

Se il Partito Comunista Cinese censura le notizie dei corrispondenti esteri lo si dica e si chiuda la sede RAI a Pechino.

In questo modo c’è da chiedersi cosa ci faccia una dittatura comunista nel mondo globalizzato degli affari. Che affidabilità possiamo avere da un paese che vive di notizie false? 

In conclusione se la Rai ha imposto al suo corrispondete in Cina d’adeguarsi alla linea del partito comunista, deve darne notizia ai contribuenti italiani. La falsa notizia RAI contribuisce all’illusione che la Cina comunista sia un partner commerciale affidabile mentre questo non è credibile in una dittatura.

In conclusione, la Signora Botteri è pagata con i soldi di tutti noi, ma svolge un servizio di parte. Lo ha fatto dagli Stati Uniti per un verso ora dalla Cina per altra visione. E’ corretto che accada ciò con denaro pubblico?

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