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La storia. Chi non la conosce va bocciato. Il prof Carlini

by Giovanni Carlini
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La storia rappresenta un passaggio necessario per capire; infatti chi non la conosce si esprime sempre in forme povere o non emette proprio segnali!

Purtroppo nella crisi d’identità della Scuola italiana la storia, come materia d’insegnamento, ne è rimasta vittima. Ora, nel 2020 pare ci sia un’inversione di tendenza; era ora!

Lo studio della storia come della connessa geografia, sono elementi di base della conoscenza. Un’attitudine tradita dalle diverse evoluzioni nella recente storia dell’insegnamento.

Sulla geografia, ad esempio, anziché insegnare l’orientamento tra punti cardinali, la Scuola insiste sull’inquinamento. Risultato pratico i nostri studenti non sanno neppure dov’è “Grosseto”, ad esempio.

Pochi studenti sanno che l’Italia ha 20 Regioni, 110 capoluoghi di provincia e 8.000 comuni in 8.000 km di costa. Per la Storia ancora peggio.

Il guaio è che gli allievi sono passivi, nel senso che attendono che qualcuno gli insegni le cose anzichè andarsi a cercare le fonti.

Studenti autodidatta sono pochissimi (forse nessuno)

Il guaio, quello vero, è che all’esame di Stato verrà richiesta una capacità di sintesi ed analisi storica non trasferita agli allievi negli ultimi cinque anni di Scuola. Al momento mancano 100 giorni all’esame di maturità.

Il consiglio che offro a tutti gli allievi è di procedere senza attendere l’imput del docente. Per farlo è semplice: basta prendersi la Storia d’Italia di Indro Montanelli.

Leggere i volumi di storia di Montanelli è funzionale ad imparare a scrivere e conoscere la storia allo stesso momento.

Pertinenti all’esame di maturità ci sono in tutto 7-8 volumi a partire dall’Italia di Giolitti. Ogni testo si legge in una settimana scarsa. Quello che manca è solo il volere per fare.

C’è da chiedersi perché la storia e geografia sono stati trascurati. I ministri dell’istruzione sono stati solitamente di sinistra. Che forse sia nella “cultura” della sinistra l’oblio?

Comunque sia, spesso è sano non limitarsi al solo docente, che spesso non c’è, s’ammala o è di parte. Che ci si sganci dal docente utilizzandolo solo come indirizzo per affidarsi al programma ministeriale.

In tutto ciò la vigilanza delle famiglie è indispensabile guardando il TG insieme ai figli la sera.

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