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Pax mongolica sulla via della seta. Prof. Carlini

by Giovanni Carlini
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Pax mongolica come periodo di massimo splendore della Via della Seta nei secoli.

Il termine „Pax“ fu coniato sulla traccia ed esperienza della Pax Romana. Un‘era di grande sviluppo in Occidente che ha garantito il successivo progresso della civilità in epoca Rinascimentale.

Da quest‘affermazione pare d‘intuire quanto e come il Medio Evo sia percepito come una parentesi, uno stop nel progresso della civiltà. E‘ vero, quest‘impostazione classica, più volte rivista cercando in ogni modo di dare senso e spessore al Medio Evo, ha il pregio d‘essere chiara e diretta.

Il Medio Evo, racchiuso tra la storia dell‘Impero Romano che finisce nel 300 d.C. e il Rinascimento che prende avvio nel 1500 racchiude 1.200 anni di sonno culturale, di stasi, crisi e ricerca delle identità nazionali rispetto a quelle imperiali precedentemente vissute nella Pax Romana.

In effetti ad oggi, nella storia dell‘Occidente, abbiamo 300 anni di gesta riconducibili alla Magna Grecia, 600 d‘Impero Romano, 1.200 anni di buio, 400 (dal 1500 al Novecento) di grande sviluppo, ma con scarso benessere e infine 120 (dal Novecento al 2020) di sviluppo con benessere.

La Pax Romana coglie una parte importante di quei 600 anni di storia di Roma. Altrettanto fu per la Pax Mongolica.

Questo excursus storico, centrato sull‘Occidente per rendere il testo più comprensibile al lettore, vuole focalizzare il valore strategico per la civiltà che assume il concetto di „Pax“.

Ne consegue il concetto di Pax Mongolica che si riferisce a uno specifico periodo di prosperità e tranquillità per l’Eurasia, avviato nel XIII° secolo per concludersi nel secolo successivo.

Una dimensione temporale veramente troppo ristretta rispetto agli standard di maturazione occidentali.

Con questo confronto non si vuole affermare che l‘Oriente sia più frettoloso o immaturo rispetto l‘Occidente, ma certamente diverso.

La centralità della singola persona umana nel rapporto tra lo Stato e il cittadino è diverso tra Occidente (dove il singolo nella società forse ha un peso eccessivo) e l‘Oriente (dove il singolo ha certamente un peso ridotto nel rapporto con la comunità e l‘istituzione statale); sostanzialmente chi troppo, chi poco.

In termini territoriali l’impero mongolo si estese per latitudine dall’attuale Cina alla Russia e in longitudine dalla Russia alla Siria. Qualcosa d‘immenso.

L’esercito mongolo fu capace di pattugliare l‘intero vasto territorio, garantendo sicurezza e tranquillità ai villaggi e al commercio. Grazie a ciò si espanse il commercio sia tra l‘Occidente e l‘Oriente sia all‘interno delle singole aree.

E‘ a quel livello di maturazione commerciale e aumento degli scambi che la Via della Seta assunse la sua più ampia importanza.

Si diffuse il detto per cui una fanciulla potesse viaggiare da sola con una pepita d’oro da un capo all‘altro dell’impero senza nessun problema per se stessa e i valori trasportati.

L‘intera storia dell‘impero mongolo e annessa Pax mongolica, gravita intorno alla figura del condottiero Gengis Khan.

Tra le molte novità che la storia deve all‘impero mongolo non tanto per la semplice „invenzione“ quanto per applicazione su larga scala, fu certamente il servizio postale, detto anche patata dolce.

Un sistema che collegava le estremità dell’egemonia mongola tramite stazioni dette di ripetizione. Secoli dopo l’American Pony Express costruì la propria rete di servizio postale a cavallo, tra la California e il Missouri, proprio sulla base dell‘esperienza vissuta con il sistema „patata dolce“.

Gli effetti furono diretti e immediati. Tramite la Via della Seta transitarono im piena sicurezza sete, porcellane, gioielli e maestosi cavalli tra Oriente e Occidente.

La fabbricazione della carta e la polvere da sparo si diffusero dalla Cina al lontano Iran. I villaggi diventarono città grazie alla maggiore importanza acquisita dalla Via della Seta.

Nel 1294 dopo che diversi imperatori mongoli si furono alternati alla guida dell‘impero, ci fu una fase di decentramento del potere istituendo il „canato“, una sorta di feudo come nel Medio Evo Occidentale.

I „canati“ si basarono su un territorio governato da un sovrano locale proveniente dalla famiglia dei Khan.

Come già accaduto anche in Occidente, i diversi canati, nel corso del tempo, si resero sempre più indipendenti dal potere centrale iniziando anche una lotta tra di loro per il controllo di più ampie aree di potere e terra.

Un immediato effetto del potere centrale, finalizzato a fronteggiare le singole rivolte locali, fu l‘inasprisrsi delle tasse che a loro volta, generarono altre ribellioni in una condizione di causa-effetto.

All‘aumento delle tasse non versate, seguiro brutali repressioni aprendo a una spirale ben nota nel percorso storico.

Nell‘impegno tra tasse da incassare e non versate e repressione, anche i controlli sui traffici mercantili attraverso la Via della Seta subirono un allentamento attraverso il quale si ebbe la diffusione di pulci portatrici di peste bubbonica dalla Cina all‘Europa.

La peste uccise circa il 25% della popolazione asiatica e il 50-60% di quella europea. La Pax Mongolica concluse la sua fase strorica.

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