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Classe media al declino in Occidente. Studio 2. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Classe media come stabilizzatore di democrazia in una Nazione progredita. Questo è il punto di riflessione qui considerato.

Il presente studio segue ad altro il cui link è qui riproposto:

In termini contabili (Il Sole 24 Ore del 6 maggio 2019 da cui è tratto il presente spunto) non sa e vuole andare oltre. Come noto la classe media si individua tra i 26mila e i 55.000 dollari/euro di reddito annui.

Nella valutazione a 10 anni (2008-2018) si nota una riduzione di ricchezza tassabile, in Italia, del 2,9%. Si tratta comunque di una tendenza comune in Occidente. Da qui la crisi della globalizzazione che comporta trasferimento di ricchezza da un’area all’altra del mondo. Per la precisione dall’Occidente all’Asia.

Pur riducendosi la ricchezza tassabile, s’osserva un’importante e drammatica evoluzione. Un forte calo di reddito nelle classi sociali e un’importante polarizzazione verso le aree agiate della società.

Peccato che non siano certamente i ricchi a garantire la democrazia!

Quanto qui scritto non è pro o contro qualcosa o qualcuno. Lo studio non è di destra o sinistra, solo a favore della democrazia come forma migliore o la meno peggio in Occidente.

Chi è ricco o benestante si permette il lusso di non andare a votare perchè si annoia. La dinamica sociale del ricco non si discosta dall’impegno parrocchiale della domenica pomeriggio “per far qualcosa”.

Il ricco è uno annoiato che usa stupefacenti (compreso l’abuso del WEB con annesso “social”), un soggetto solitamente ipercritico e individualista. In pratica uno che alla parola DIO ha cancellato la D, restando IO. Con i ricchi ci fai il Risorgimento (per rompere la noia) ma non una nazione.

Entrando nel dettaglio, in Italia, la classe di reddito più elevata, quella oltre i 120.000 euro/anno è cresciuta in numero di contribuenti negli ultimi 10 anni del + 22,3% ma ha perso reddito pari al -12,5%. Abbiamo ricchi meno ricchi.

Anche la classe collocata tra i 75mila e i 120.000 è cresciuta nello stesso lasso di tempo del +23,3% come appartenenti, ma con un reddito più basso del -12,6%.

Non meno la classe tra i 55mila e i 77.000 con un + 22,7% d’iscritti, ma anche questi più poveri del – 12,5%.

La situazione si ribalta nella classe povera, il che non è affatto un male. Tra zero e i 10mila euro annui, scende come iscritti del -16% e anche in gettito del – 16,6%.

Scende anche la classe da 10mila a 15.000 con un – 15,5% d’iscritti che versano meno tasse per il -13,3%

Non ultima, scende la classe sociale tra i 15.000 e i 26.000 con -2,9% d’iscritti e gettito (quest’ultimo del -10,4%).

Infine la classe media vera e propria, quella tra i 26.000 e i 55mila euro/dollari. La classe media sale come iscritti, +33,1% ma si ridimensiona nel reddito a -11,7%. Ne consegue un esercito di “incazzati sociali”.

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