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Studenti disorganizzati. Appunti di lavoro Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Studenti disorganizzati. Capita spesso d’osservare le motivazioni che portano alla disorganizzazione gli studenti.

I peggiori studenti (nell’ambito della diligenza e cortesia di bravi ragazzi) sono sempre eccessivamente impegnai nello sport. Non che con quanto qui scritto si voglia sottrarre i ragazzi all’attività agonistica, però, si nota ampiamente uno squilibrio tra ore di studio e allenamento.

Allievi sempre al pelo con la bocciatura o diverse materie da studiare l’estate, hanno costantemente carichi di ore di palestra-calcio-piscina.

Possibile che sia così difficile conciliare un corpo sano in una mente vivace?

Oltre l’abuso sull’attività sportiva a danno della scuola ci sono ovviamente altri segnali preoccupanti.

Il primo è rappresentano dalla NON lettura. Lo studente disorganizzato è anche e sopratutto uno che non legge. Non leggendo non scrive neppure. La calligrafia di questo allievo è scarsa, scadente inconcludente.

Il riferimento è all’assenza di punteggiatura, collegamento tra i verbi, abuso nei termini: in pratica, cioè, un pò.

L’EPIDEMIA DEL “UN PO'” E’ ASSILLANTE.

Possibile che anche in televisione la gente si esprima da cani con un costante riferimento al “un pò”. Terribile!

Quel “un pò” mischiato in ogni frase misura la quantità d’ignoranza nell’espressione che si estende anche in età adulta.

Elencata la carenza di letture e quindi la modestia nello scrivere con l’aggravante di frasi ripetitive, manca un dettaglio importante! Gli studenti disorganizzati NON SA SINTETIZZARE, GLI MANCA LA CAPACITA’ DI REDIGERE SCHEMI RIASSUNTIVI DI QUANTO APPENA LETTO.

L’arte di capire è sempre andata a braccetto con la sintesi.

Focalizzati i problemi principali nessun dramma: riparare è semplice. Basta mettersi a studiare con METODO. Significa riassumere quanto letto e studiare sistematicamente almeno 5 ore al giorno.

Sul concetto della quantità di ore di studio giornaliero (compreso il fine settimana) c’è una voluta confusione a partire dalle stesse famiglie. SE UNO STUDENTE NON STUDIA A CHE SERVE, COSA CE NE FACCIAMO?

Uno “studente” che non studia sarà un marito superficiale e una moglie disordinata attaccata al web. Entrambi pessimi educatori dei loro figli.

Serve ricordare come attualmente siamo al 42% di divorzi in Italia e al 45% negli Usa, quindi al 60% di rilasci nella coppie non coniugate? Chissà come mai si è così immaturi nei sentimenti. Forse è mancata pazienza, disciplina, capacità di capire oltre quanto si vede.

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