La via della seta rappresenta l’ennesima azione politica cinese. Va ricordato come la Cina sia una dittatura comunista, non un paese democratico. Perchè tutti se ne dimenticano?
Il fatto che la Cina non abbia saputo esprimere una democrazia, non la esclude dal commercio mondiale, ma impone una presa di distanza da parte della comunità internazionale.
Verso tutte le dittature, nel corso della storia, l’Occidente evoluto ha preso le sue contromisure di protezione e isolamento. Ciò non è accaduto per la Cina.
Il motivo di questa “dimenticanza”, a favore della Cina, dipende da quelli che erano gli interessi statunitensi. (oggi sono in mutamento con l’era Trump).
Come noto, gli Usa per uscire dalla crisi vietnamita, promisero alla Cina di diventare colonia produttiva. Così fu. Dagli anni Ottanta, con massicci investimenti americani, la Cina è passata da agricola e industriale.
Oggi il paese sinico rappresenta a tutti gli effetti una colonia produttiva per il mondo.
Nella strategia della Cina, che ha accettato di lavorare per quattro soldi in 40 anni, oggi c’è il tentativo di riscatto. Concetto nobile e comprensibile, tranne quando il riscatto si colloca in una nazione pericolosa per la comunità internazionale.
La via della seta rappresenta l’ennesima formula politico-commerciale cinese per introdursi negli Stati stranieri. Tutto qui.
La mediocrità di un “Conte”, quello non eletto da nessuno, nel ruolo di Presidente del Consiglio dei ministri del governo traballante Lega-M5, emerge anche sulle dinamiche commerciali internazionali.
Non si può affermare che accettare la via della seta cinese rappresenta “solo” un fatto commerciale, ignorando i risvolti politici.
Il Conte non è “solo” in questo voluto errore di valutazione. Gli fa eco anche Licia Mattioli, vicepresidente della Confindustria. La Signora Mattioli afferma il 5 marzo 2019 sul Sole 24 Ore a pagina 2 che “il libero scambio fa crescere il nostro export”.
Un pensiero veramente originale! Peccato che sia errato.
IL LIBERO SCAMBIO TRA AREE CULTURALI E POLITICHE OMOGENEE E’ FONTE DI PROGRESSO DURATURO NEL TEMPO. Il resto è rischio. L’export italiano, per tornare alla Signora Mattioli, ha bisogno di crescita costante presidiando i mercati esteri. Questo non è possibile con le dittature che oggi ci sono e domani tramontano. E’ la storia, basta studiarla.