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Quelli del ponte tra fascismo e antifascismo in funzione anticomunista. Sunti dal libro di Lepre.

by Giovanni Carlini
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Quelli del ponte è un modo di dire per intendere dei fascisti che cercarono un dialogo con l’antifascismo. Questo confronto fu anche accettato ma non produsse nulla di concreto.

Il motivo dell’insuccesso dell’iniziativa, fu che nacque in chiave dichiaratamente anticomunista. A quell’epoca il movimento antifascista era monopolizzato dai comunisti. (Perché adesso com’è?)

Con queste premesse, purtroppo, l’iniziativa di quelli del ponte non ebbe alcun successo. Il comunismo italiano, tramite la lotta al fascismo, stava cercando di prendere il controllo del Paese. Una strategia che posta sul piano di libere elezioni non ebbe successo.

Il riassunto numero 10 all’opera di Aurelio Lepre sulla Repubblica di Mussolini analizza anche la storia di “quelli del ponte”.

Nel dopoguerra, da parte di ex fascisti, si cercò d’enfatizzare l’esperienza vissuta. Purtroppo come accade quando si forzano gli eventi per darsi un ruolo non meritato, “quelli del ponte” sono rimasti nell’oblio.

A pagina 265, Aurelio Lepre entra in argomento. Tutto iniziò da una frase di Mussolini espressa il 14 ottobre 1944 agli Ufficiali della Brigata “Resega”. “Tutti coloro che hanno l’animo sgombro da prevenzioni (..) possono riconoscersi nel trinomio Italia-Repubblica-socializzazione”.

Fu la miccia per fascisti come Edmondo Cione e Carlo Silvestri. Quindi il ministro Biggini e il politico Parini, come i giornalisti Concetto Pettinato e Giorgio Pini. Quest’ultimo, appena nominato dal Duce sottosegretario agli Interni, fece sembrare la nomina come un segnale di “via” al progetto “quelli del ponte”. Non si sa se fu tutta una bufola, di fatto gli incontri avvennero.

Probabilmente fu lo stesso Mussolini a prestarsi nello stare “in due scarpe” da cui il fraintendimento. Del resto questo ondeggiare, da parte del capo del Fascismo, specie in quei 20 mesi, è comprensibile.

Il più intransigente tra i fascisti fu Pavolini che lottò contro la teoria di “quelli del ponte”.

A pagina 266 così chiude Lepre la vicenda. Nel dopoguerra Cione e Silvestri hanno senza dubbio esagerato il peso della loro azione. Specialmente fu ingigantito il peso che Mussolini avrebbe concesso all’iniziativa.

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