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Espressione povera nel linguaggio: l’uso abusato del “un pò”

by Giovanni Carlini
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Che espressione povera, usualmente utilizzata in quest’era globalizzata! La gente quando parla (e anche scrive) abusa del termine “un pò”. In ogni forma d’espressione, le persone sono incapaci di un’affermazione NETTA E DECISA. In sintesi: immaturi nel saper dire e affermare, si abusa del dubitativo con “un pò”.

Motivo d’immaturità che si svela nell’espressione precaria, il “un pò” rende manifesta l’incertezza.

L’espressione povera è quella che, ripetuta più volte nel dialogo, cerca un significato che in realtà manca allo stesso interlocutore.

La globalizzazione non ha saputo e portato le persone alla maturità, in realtà tramite, l’uso/abuso del Web c’è stata chiusura di prospettive. Non leggendo in forma adeguata, la gente ha ridotto la facoltà espressiva. E’ come il principio dei vasi comunicanti. Ridotta lettura, mancata espressione matura.

In questo balbettare ne saltano fuori di tutti i colori. E’ il caso del Tenente dei Vigili del Fuoco di Catania. In forma esemplare il funzionario di Stato, notte tempo, esce da casa per rientrare in caserma. Quindi con la sua squadra il Capo squadra raggiunge l’area del disastro.

Al mattino dopo, in TV, il personaggio afferma: abbiamo aiutato un pò i terremotati (tutto il paese è distrutto).

Alla domanda del giornalista: dove dormiranno gli sfollati, il Tenente risponde. Il nostro compito come Vigili del Fuoco è di dare un pò d’aiuto e quindi l’emergenza. Saranno i Comuni a pensare ad accogliere gli sfollati.

Per evitare l’espressione povera, il Tenente avrebbe dovuto dire: siamo intervenuti! Il nostro compito d’istituto è l’emergenza, non la successiva assistenza ai profughi (terremotati).

Scavando nel sociologico emerge come la gente è disabituata al linguaggio corretto. Non solo. In realtà la persone sono disabituate nel prendere posizione. Un caso concreto è quello dell’omosessualità. Non abbiamo gente che sa prendere una decisione secca sul male/bene. Al contrario tutti navigano sul dubitativo restando neutrali.

Perchè confondere o voler confondere devianza e malattia con una ipotetica possibilità tra scelte in ambito di sessualità?

Quest’epoca del fortuito, volatile e transitorio (Baudelaire) che ci caratterizza in era globalizzata! Una stagione storica (la globalizzazione) che c’impedisce d’essere chiari, decisi e limpidi.

Che si abolisca l’espressione “un pò” relegandola all’immaturità.

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