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Def completamente errato figlio di ignoranza mascherata da nazionalismo

by Giovanni Carlini
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Def completamente errato, figlio d’ignoranza mascherata da nazionalismo. Che nessuno confonda il Nazionalismo con la pagliacciata dell’attuale esecutivo italiano! Pregasi apprezzare, in termini di spirito nazionale, la Brexit e il Presidente Donal Trump.

Il Def del Governo italiano è sbagliato. Fin qui i dubbi sono veramente pochi, peccato però nessuno entri veramente nel dettaglio. Questo dispiace perché viene meno la funzione educativa, che anche l’opposizione dovrebbe sviluppare sulla Nazione. Cosa c’è di sbagliato nella “spesa per lo sviluppo”? Laddove il problema fosse posto in questi termini, non c’è nulla di errato. E’ VERO, DALLA DEPRESSIONE SI ESCE SPENDENDO, SU QUESTO NULLA DA RIDIRE. Per la precisione questo concetto fu definito, descritto e spiegato nel 1936 dall’economista John Maynard Keynes.

Con il testo, Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, pubblicato nel 1936, Keynes ruppe con la Teoria classica. Il nuovo concetto fu “semplice”: pagare un disoccupato affinché scavi una buca al mattino e la copra nel pomeriggio. Il denaro consegnato al senza lavoro, permettendo il pagamento delle bollette del cibo, riattiva l’economia.

Con queste Teorie, Delano Roosevelt, ma anche Mussolini e Hitler, avviarono un’intesa attività di spesa pubblica come investimento. Negli Usa furono realizzate dighe, parchi nazionali, bonifiche e autostrade. Roosevelt mise “l’America al lavoro”. Non di meno Mussolini e Hitler concentrandosi sugli armamenti.

La lezione che tutti imparammo fu: investire per uscire dalla crisi. Il momentaneo deficit di bilancio avrebbe ritrovato l’equilibrio nel lungo periodo. LA SPESA PERO’ DEV’ESSERE D’INVESTIMENTO E PRODUTTIVA. COSI’ NON E’ NEL DEF DOVE SI REGALA DENARO ALLA GENTE per scopi elettorali.

Il Def italiano non ha imparato la lezione sofferta nelle grandi crisi del 1929 e del 2007.

Keynes scrisse che è l’investimento che consente d’uscire dalla stagnazione, non la spesa! (chiedo scusa se ripeto lo stesso concetto). Laddove nel Def, ad esempio, fosse stata prevista l’assunzione come apprendisti di tutti i disoccupati italiani, i conti sarebbero tornati tra tasse pagare ed effetti. Un esempio sono 10 milioni di alberi sradicati e 3,5 milioni di disoccupati. Con azioni di questo tipo eviteremmo 5 miliardi di danni, sofferti ogni anno, da disordine idrologico. Il Paese avrebbe avuto giovamento da un’esercito di disoccupati al lavoro?

La critica al Def ora si fa serrata: dov’è prevista, ad esempio, la costruzione di desalinizzatori per la produzione di acqua potabile? Ne servono almeno 50 solo in Italia!

Il Def non prevede neppure di “pannellare” l’Italia per catturare energie alternative riducendo l’import di petrolio. In tal senso l’esperienza del Portogallo svolta negli ultimi anni insegna (-10% di import energetico). Il Paese iberico è stato letteralmente coperto da pannelli solari!

In conclusione il Governo italiano non sta applicando i principi di macroeconomia per una spesa produttiva. Ben venga il -2,4 o -2,2% in più di deficit sul PIL a fronte del -132% già accumulato, se fosse per rilanciare il Paese con spese d’investimento. Che forse i 2 vicepremier del triunvirato al Governo abbiano studiato più degli economisti?

Ultimo passaggio: il nazionalismo. Non si confonda la dignità di un sano nazionalismo con il populismo. Su questo argomento c’è da riflettere con un altro articolo in scrittura.

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