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Def documento di economia e finanza da tradurre come interesse specifico di partito?

by Giovanni Carlini
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Def documento di economia e finanza da tradurre come interesse specifico di partito anzichè a favore della Nazione? E’ forse la prima volta oppure appare in forma così smarcata la riduzione dello Stato al servizio del Partito. 

Def vuol dire documento di economia e finanza per la Nazione o per la visuale specifica di partito al governo? Tutte e due è la risposta corretta. Nel senso che un Def spiega su 3 anni quale visione della Nazione ha un certo partito applicando il suo programma elettorale. Fin qui nulla di speciale. Si potrebbe obiettare che uno dei due partiti al Governo è stato eletto con un preciso piano, che ora vuole attuare. Del resto è stato votato quindi deve procedere! E’ vero, il ragionamento promesse elettorali- applicazione pratica nel Def non fa una piega. Nel caso Italia però c’è un problema. Le promesse erano sbagliate.

Non è finita. La democrazia impone che chi sta al governo, non operi senza considerare gli elettori che non hanno votato per quella formazione. E’ democratico quel governo che gode di un esecutivo capace di operare per la Nazione, non per l’elettorato di fiducia. Attuare delle promesse elettorali coinvolgendo e colpendo l’intera popolazione, espone a rischio istituzionale.

L’evoluzione del Paese da Nazione aperta all’immigrazione ai porti chiusi, è logico e accettabile. Al contrario che si debba mandare in pensione persone senza i minimi contributivi (regalo) non è legittimo. Non è neppure legittimo dare 750 euro a chi è povero. Non è legittimo in base alla quadratura complessiva dei conti nazionali. Porre in pericolo la Nazione, per due regalie elettorali, fa vergognare i beneficiari e danneggi tutti gli altri. Indica pure la non adeguatezza al ruolo di quei partiti alla guida del Paese.

Forse questi concetti vanno piegati meglio.

Il quadro complessivo dei conti nazionali, non permette regali. Ciò vuol dire che non si possono fare spese? Ecco il punto difficile del Def. 

Le spese che migliorano il Paese, riducendo la sua esposizione all’import di energia o a costi da disastri, sono ammissibili. Su tutti l’esempio del Portogallo che ha saputo ridurre del 10% l’import di petrolio. Raggiungere il 2,4% di deficit, per assumere (per esempio) tutti i disoccupati con contratto di apprendistato e risolvere il dissesto idrologico, è un’idea. Ogni apprendista al mese paga 300 euro di tasse. 3,5 milioni di nuovi apprendisti ex disoccupati, verserebbero 1 miliardo di tasse come IRPEF al mese allo Stato. Quindi a fine anno lo Stato incamera 13 miliardi di tasse dalle nuove buste paga e risparmia 5 miliardi di danni dal dissesto idrologico. Il costo di rimessa a nuovo del Paese su fiumi e dighe è pari a 40 miliardi. Sono conti che si potrebbero fare nell’interesse di tutti. Del resto oggi non si sta discutendo di 40 miliardi in deficit?

Concludendo, ben venga il deficit se migliora la Nazione e non una parte dell’elettorato. Chi li vota più questi partiti oggi al governo?

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