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Vivendo in un mondo di dazi come reagire e integrarsi anzichè lamentarsi

by Giovanni Carlini
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Vivendo in un mondo di dazi come reagire e integrarsi anzichè lamentarsi

Vivendo in un mondo di dazi basta solo rispettare il bisogno di crescere degli altri per vivere bene. Il dazio è una protezione che si applica per consentire al proprio mercato di crescere. Dov’è lo scandalo che irrita in questi giorni tutto il mondo? Ci sono dazi applicati dalla Cina verso la Ue e dal Brasile contro tutti, quindi perchè non gli Usa? Tra l’altro va ricordato che anche la Ue ha dazi contro la Cina. In questa torre di Babele dov’è il disagio? A volte il mondo impazzisce per nulla. In tale immaturità eccelle la Ue.

Per ben agire, vivendo in un mondo di dazi, l’unica cosa intelligente da fare è aprire una sede estera. Tutto qui. 

Lo Stato italiano aiuta in questo sforzo d’internazionalizzazione. Chiunque voglia informazioni può tranquillamente scrivere e avrà risposta.

Il vero problema di un sistema industriale immaturo, vivendo in un mondo di dazi, è l’assenza di manager disposti a risiedere all’estero. Non abbiamo una generazione di manager in grado di concepire di trasferisti all’estero per lungo-lunghissimo tempo. L’Italia è piena di consulenti all’internazionalizzazione che non viaggiano. Ricordo un’impresa, del settore zootecnico, con la responsabile estero (una ragazza) che non ama viaggiare. Il posto le è stato dato solo perchè parente della proprietà. Quest’impresa ha 50 dipendenti e gestisce milioni di euro di contributi fiscali! Qualcuno riesce a rendersi conto della bestialità?

In un quadro così desolante, la Confindustria non si è mai impegnata vero i poveri e ignoranti imprenditori. Purtroppo questo articolo ricalca concetti già noti e scritti in questo sito web nei precedenti articoli. Questo ripetere le osservazioni conferma l’arretratezza del sistema industriale nazionale che a questo punto merita di sopravvivere? Perchè no! a livello locale, di piccolo centro urbano, anche il negozietto sotto casa riesce a campare.

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