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Apprendimento in età adulta. Tecnica e metodo di studio

by Giovanni Carlini
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Apprendimento in età adulta. Tecnica e metodo di studio.

L’apprendimento in età adulta è progressivo rispetto quello giovanile definibile come continuo. Espresso in forma grafica su un piano d’assi cartesiani abbiamo 2 figure. Una a scala con gradini dal piolo sempre più esteso a crescere per gli adulti. Al contrario per i giovani l’apprendimento è rappresentato da una linea in salita. In microeconomia (per intenderci) l’apprendimento giovanile è assimilabile alla cura di offerta. Al contrario, la conoscenza in età adulta si raffigura come i costi fissi di lungo periodo o i rendimenti crescenti di scala.

Una differenza di questo tipo non rappresenta un problema particolarmente complesso da capire o gestire. Semplicemente le persone cambiano nel crescere (o invecchiare come si potrebbe alternativamente affermare).

Il punto ora diventa capire come agire al meglio, in presenza di 2 modelli evolutivi.

Solitamente quello adulto, a gradini con pioli sempre più larghi, presenta più ostacoli rispetto il modello continuo. La problematicità del primo riguarda come gestire le fasi di “stasi”, appunto quelle che corrispondono al gradino. Rappresentando momenti più o meno lunghi come tempistica, possono facilmente scoraggiare lo studente adulto. Cosa fare in questi casi?

Ovviamente chi si ferma è perduto! Al di là delle battute, serve una gestione dello studio più integrata da altre fonti rispetto il modello giovanile. Spiegato meglio, significa che all’adulto non è possibile dare solo il testo di riferimento e la lezione. Al contrario serve la TV, rivista, l’on line,  l’intervista, il reportage, quindi un film. L’adulto non si concentra sul solo messaggio scolastico, ma ha un sano bisogno d’allargare il ragionamento. Ecco che la ricerca settoriale è sempre ben gradita dall’adulto.

Apprendimento in età adulta comporta l’allargamento dei confini della disciplina, entrando in un’era di interdisciplinarietà. Il tradire questo bisogno, significa perdere l’attenzione dell’adulto, che non si recupera più a differenza di quanto accade con i ragazzi.

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