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Concorrenza monopolistica quale modello di mercato realistico e concreto

by Giovanni Carlini
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Concorrenza monopolistica quale modello di mercato realistico e concreto.

La concorrenza monopolistica è una forma di mercato tra le tante possibili, certamente la più realistica. Ecco come il prof. Ercole Moroni definì questo mercato molti anni fa.

Una forma di mercato molto frequente nella realtà è la concorrenza monopolistica. Si ha quando sul mercato opera un gran numero d’imprese, di dimensioni pressoché simili, che offrono articoli NON omogenei. Si tratta di prodotti NON omogenei pur appartenendo alla stessa classe merceologica. (l’ultima frase è stata aggiunta da me)

Al contrario, la concorrenza perfetta IMPONE E PREVEDE che i prodotti siano tutti omogenei.

Solitamente a scuola si studia a fondo quest’ultimo modello: la concorrenza perfetta, pur sapendo che non è reale. Certamente elegante nella sua rappresentazione grafica, logico e ben spiegabile in ogni formula: peccato che non corrisponda alla realtà. La domanda a questo punto è più drammatica: perchè studiare qualcosa che non sta in piedi? Nessuno l’ha capito. Probabilmente è più facile spiegare un’idea e un modello teorico che la concretezza. Da qui nascono però delle considerazioni importanti sull’efficacia del modello formativo diffuso dalle scuole e università. Non a caso la disoccupazione giovanile oscilla tra il 30 e il 40%.

La critica al modello formativo spesso appare inutile. Certamente i criteri di selezione del corpo docente, specie nelle università, non sono trasparenti e adeguati. Quando sento dagli studenti che un docente spiega male e non riceve adeguatamente gli allievi, capisco subito che ha un’età sotto i 45 anni. Un’età di questo tipo è inadeguata al ruolo della docenza. Mi rendo conto d’affermare qualcosa d’assolutamente contro tendenza, ma il termine di paragone che applico è semplice. Stiamo insegnando qualcosa che non funziona. Questo è il problema. Se non fosse così perchè abbiamo 3,5 milioni di disoccupati e 5 milioni d’immigrati regolati, più altri milioni d’immigrati NON regolari in Italia?

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