Il ricercato Puidgemont e l’incapacità di capire il senso di responsabilità, uno degli effetti in era globalizzata.
Il ricercato Puidgemont è scappato di fronte alla sua responsabilità. Oggi è “uccel di bosco”. Sulla decadenza morale che il Puidgemont esprime si è già detto, non serve ripetersi. Il soggetto è riuscito a uccidere il senso del tutto. Non ci sono altre parole da dedicare all’individuo. Quello che incuriosisce sono alcuni commenti che si leggono anche in ANSA oltre che strillati in piazza a Barcellona. In pratica s’invoca l’innocenza al criminale Puidgemont. E’ vero, non è stato ancora condannato, motivo per cui è, allo stato “innocente”. In realtà è il soggetto stesso che con la fuga si è crocifisso.
Perchè strillare per l’innocenza di un traditore della causa? Che senso ha cercare il martire e il mito nei peggiori? Questo è un contro senso che manifesta il totale disorientamento di un’era globalizzata.
Il ricercato Puidgemont è solo un pretesto. La voglia di dire bla…bla….bla è non sanabile nella gente che “commenta”. In pratica una sorta di dare fiato alla bocca per confermare la stupidità di un’esistenza vuota. Questa è quella degli innocentisti pro-Puidgemont. Una massa che ha voluto appositamente dimenticare il concetto di responsabilità.
Colui che ruba un’auto è perseguito dalla legge perchè ha commesso un reato. Attentare all’unità nazionale e al concetto di Stato è un reato. Chi non lo capisce è stato abbagliato dall’idea di “mondo globale”, ma si tratta di un’illusione. Lo Stato esiste, eccome! Chi ha affrontato la crisi subprime se non lo Stato Nazionale? La coordinazione nazionale è bella, ma sempre tardiva. Chi è in prima linea è lo Stato.
Attentare alla compattezza dello Stato è un reato (lo afferma la Costituzione non solo spagnola). Per di più fuggire dalla responsabilità che deriva dalle proprie critiche allo Stato è peggio del reato, si chiama infamia.