Il Sole 24 Ore quotidiano piatto, privo di reali visuali sul mondo. Taccuino americano 2017
Il Sole 24 Ore è da considerare ormai come un simbolo della decadenza in era globalizzata. I suoi articoli seguono il gregge. Ripete e ribadisce l’ovvio accondandosi a quel che si dice. In queste condizioni potrebbe anche chiudere. La prova di quanto detto è contenuta in ogni giornata del quotidiano. Qui se ne prende a caso una. E’ il 17 agosto 2017 a pagina 5 due “giornalisti” pretendono di commentare il Presidente Donald Trump. Nella fattispecie si tratta del Gianluca Di Donfrancesco e Mario Platero.
Questi “giornalisti” si svelano molto presto non tali. Il perchè? è semplice. Nei due articoli scritti, uno di spalla all’altro, esprimo delle loro personali opinioni. E’ chiaro che i soggetti non sono a favore del Presidente. Ebbene questa gente va licenziata. Non abbiamo bisogno di propagandisti di punti di vista personali sulla stampa. Al contrario servirebbero GIORNALISTI e ANALISTI. Professionisti in grado di narrare i fatti. Il commento non lo fa il giornalista, ma l’analista che ha 50 anni d’età e 30 d’esperienza. Sono stati confusi i ruoli.
C’è un motivo per cui i ruoli sono stati confusi? Si e si chiama pubblicità. I quotidiani hanno perso la funzione informativa per assurgere a quella di direzione. In questa tentata evoluzione, hanno perduto l’autorevolezza e l’attenzione del lettore. Lo dimostra l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, contro l’intera stampa americana. La stampa vorrebbe influire sul lettore, ma non è più capace, perchè non riporta i fatti, ma “commenta”.
Gianluca Donfrancesco e Mario Platero, sono gli esempi di questo scivolone nell’autorevolezza della stampa. Un altro esempio negativo.
La nomina di Trump alla Presidenza della Casa Bianca, avrebbe dovuto indurre una riflessione. Un’autocritica che interessa anche il Sole 24 Ore. Peccato che il quotidiano economico italiano non sia capace di riflettere invitando tutti alla meditazione (di parte).