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La morte di un bimbo è una sofferenza solo in Occidente

by Giovanni Carlini
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La morte di un bimbo è una sofferenza solo in Occidente. Nel mondo arabo e islamico il bimbo come la donna sono “cose” da vendere al mercato. L’idea cristiana dell’evoluzione nel fanciullo è tipicamente occidentale. Ecco come si spiega l’attracco terroristico consumato in Gran Bretagna il 22 maggio sera.

La morte di un bimbo è una sofferenza solo in Occidente. Si stenta a crederlo, ma fa parte di quei valori che differenziano l’Occidente dalle altre cultura. In particolare con l’Islam. Non avendo alcun valore etico, il bimbo come la donna sono sacrificabili praticamente “merce per il mercato”. Questo avvenne nella tratta degli schiavi da parte dell’Islam e così è scritto nel “loro” sistema di credo.

Possiamo crederci o no, non fa differenza. Il punto non è questo, ma un altro. Perchè l’Occidente s’ostina a voler dimenticare le differenze culturali in presenza di un terrorismo costante e ripetitivo? E’ questo che lascia perplessi. Si può capire la sofferenza e l’attacco, ma il “facciamoci del male masochistico” sfugge. Il pensiero corre a quegli “occidentali” con i cartelli nelle manifestazioni “siamo anche noi rifugiati”. La fissazione per la difesa di cui non ci rispetta a una sua logica? E’ da questa importazione di malessere attraverso gli immigrati che qualcosa non quadra tra noi stessi. La sfruttamento dell’immigrazione da parte della malavita è mera conseguenza.

Nelle profonde differenze tra “noi e loro”, c’è anche la considerazione del fanciullo. Dovrebbe essere nota a tutti quanto la donna sia considerata diversamente nelle altre culture. Da oggi SI PREGA DI RICORDARE ANCHE UN ALTRA DIFFERENZA. La morte di un bimbo è una sofferenza solo in Occidente. 

Alla donna e ai bimbi va ricordato un altro aspetto volutamente dimenticato. L’Islam non ha ancora vissuto la sua rivoluzione francese. Quindi la rivoluzione borghese. A cui si aggiunga la rivoluzione industriale e della comunicazione. A dire il vero non è stata ancora sostenuta neppure la Pace di Vestaflia del 1644. Ecco a quanto ammonta il ritardo cultura islamico rispetto all’Occidente.

 

 

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2 comments

sara Di Bona 24 Maggio 2017 - 3:10

Tutto per gli islamici va ricondotto al corano, i cui precetti determinano il loro modo di pensare, di agire e di vivere. Il concetto di sacralità della vita non trova spazio nella loro cultura, anzi, morire uccidendo gli ” infedeli “, li esalta, nella convinzione che allah li accolga nel fantomatico paradiso delle uri. Questo costituisce il loro punto di partenza e la loro meta finale, un’ alfa ed un’ omega che li intrappola in vicoli ciechi dove l’ amore si perde sotto il lastrico dell’ odio che li porta ad essere violenti e disumani contro tutti coloro i quali professano religioni diverse dall’ islam. Pertanto, terroristi e non, vivono degli stessi princìpi, fondamentalisti e non, sono sempre islamici, fedeli esecutori del dettato di un libro blasfemo: odiare e uccidere i ” cani infedeli “. Una visione oscurantistica la loro, stagnante, che ricalca i secoli bui di un medioevo fermo, statico, restio ad ogni innovazione e ad ogni evoluzione del pensiero.

Giovanni Carlini 24 Maggio 2017 - 8:40

ecco perché nessuno lo ammette ma è in corso da anni una guerra culturale tra l’Occidente e l’Islam

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