Carlo V° introdusse già nel Cinquecento le basi finanziarie dello Stato Moderno. Il concetto di Stato, che si confermerà solo nel 1648 con le paci di Vestfalia, già nel 500′ ebbe la sua concettualizzazione. Nace la finanza per lo Stato.
Carlo V° nella sua insaziabile fame di fondi cambiò la storia. Come tutti gli imprenditori ricchi d’idee ma privi di fondi, anche l’ultimo imperatore d’Occidente fu costantemente in caccia di denaro. Valori che impiegò in guerre (contro i saraceni) come nella gestione dell’Impero.
Nel testo di Guido Gerosa dedicato a Carlo V° emerge chiaramente un concetto importante.
Prima di Carlo V° chi era effettivamente in grado di sostenere un Re era solo la Chiesa. Grazie alle elemosine e donazioni, solo la somma istituzione ecclesiastica conservò il vero potere finanziario. Con Carlo V°, causa importi notevoli, presero piede le banche.
La banca, quindi, come impresa trova il suo posto nella storia tra la fine del 400′ e il 500′. In realtà più che “banche” fu la storia delle famiglie che gestirono l’azienda “banca”. Il riferimento è per i Medici a Firenze. Quindi i Fugger di Augusta e altri. Inzialmente queste famiglie gravitavano solo intorno alla Chiesa per distaccarsene successivamente. Colui che provocò questo distacco fu appunto l’ultimo imperatore d’Occidente chiedendo denaro a chiunque.
I Fugger, già commercianti, arrivarno alla finanza sostenendo la costituzione del corpo di guardie svizzere pontificie. Per i Medici il collegamento al papato fu molto più diretto avendo avuto molti pontefici in famiglia. Gli stessi Fugger vanno ricordati per come furono determinanti per l’elezione del 19enne Carlos a imperatore Carlo V°.
In questo si confermò il primato dell’economia sulla politica. Un fatto completamente nuovo! Una novità che fu ostacolata dal Medioevo nel suo rifiuto all’idea stessa di prestito per non consentire l’usura. E’ curioso come per evitare un male, l’intero sistema finanziario fu relegato a merce del demonio.
Con Carlo V° i banchieri divennero la spina dorsale dell’Impero iniziando con ciò l’isolamento della Chiesa. Processo di ridimensionamento che troverà nella Riforma il momento culminante.
Si conferma in questo intierario come la Riforma non fu un evento a se stante, ma la sintesi di un trasformazione. Lentamente l’Europa si stava laicizzizando uscendo dal Medioevo. Questo itinere comportava obbligatoriamente la riduzione del ruolo della Chiesa nella società. Giusto o sbagliato che sia, fu la Chiesa a “rimetterci” nella modernizzazione della vita sociale occidentale.
Dispiace dover ammettere come la massima istituzione della fede cristiana non fu protagonista della modernità.