La democrazia al bivio tra assenza al voto e presenza alle manifestazioni. Analizzando il caso Trump e la decadenza della figura del Papa a Roma
La democrazia si trova oggettivamente a un bivio tra disinteresse nel voto e voglia di manifestare. Quanto sta accadendo sia a Roma sia a Washington (e negli Stati Uniti in generale) esprime nuove tendenze sociali e politiche.
Il caso Trump
Donald Trump è stato democraticamente eletto con un programma politico ben definito. Finalmente abbiamo un politico che applica quanto dichiara. Le manifestazioni di piazza non intaccano minimamente la tabella di marcia della nuova amministrazione. Questo sconvolge ma educa una massa di superficiali non democratici. Ovviamente il diritto di manifestare è sacro ma non quando pregiudiziale. Nei confronti di Trump, le manifestazioni sono un pregiudizio. Lo sono perchè in anticipo sul naturale sviluppo della Presidenza. Lo sono perchè il voto si è appena espresso e Trump ha vinto. Lo sono perchè la sinistra non sa accettare la democrazia. E’ quanto avviene anche in Gran Bretagna con la Brexit. La domanda ora cambia: perchè “un esercito” di persone snobba il voto e poi protesta? La risposta è una: diseducazione.
La non educazione alla convivenza civile è la risposta. Abbiamo studenti che scrivono una tesi di laurea come se fosse un messaggio sul cellulare. Qui la scuola ha fallito. Lo stesso abuso del web è diseducativo perchè induce alla sintesi anzichè l’analisi. In amore si è incapaci di una relazione profonda che non sia sessuale. La prova è nella carenza di dialogo. Non si può vivere l’amore solo tra le lenzuola, esiste un mondo e una vita da scoprire oggi in crisi. Infatti a questi titolo basta osservare il 43% di divorzi tra coppie sposate e il 60% di abbandoni in quelle non coniugate. La non educazione che porta al non voto e alla protesta in piazza. Come se ne esce?
Il caso Roma
In effetti ci sono molti eventi che convergono su Roma. Il sindaco si è rivelato una ragazza non adeguata al ruolo. Non è finita. C’è anche un Papa che non è adeguato al ruolo. La Chiesa non è certamente una democrazia e non dev’esserlo. Certamente “il Papa Bergoglio” è un ottimo direttore di marketing, difettando nella direzione della Chiesa. E’ un uomo di parte, non riesce ad essere globale ed ecumenico. In questo caso però, verso e contro il Papa, le manifestazioni d’insofferenza hanno un ruolo importante.
Concludendo: che cosa sta avvenendo?
In Romania le manifestazioni di piazza hanno avuto successo contro il governo relativamente a una certa nuova legge. In Gran Bretagna, per quanto si protesti, non cambia la Brexit. Negli Usa la piazza è per chi ha perso nella politica. A Roma il Papa e il sindaco, se dessero le dimissioni sarebbe meglio. Qual’è il filo conduttore di questi eventi? Quando si chiede il voto per un’idea precisa e si vince, la piazza ha perso. E’ il caso Brexit e Trump. Quando non c’è voto come in Vaticano la piazza vince. Oppure in Romania se il governo punta a qualcosa per cui non è stato votato.