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Consumo idrico: nessuno ci pensa. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Consumo idrico, quantità di acqua necessaria e consumata: chi oggettivamente è cosciente del problema finché non lo soffre?

Vivere con minor acqua a disposizione.

Dal nostro corrispondente all’estero – Giovanni Carlini

 

I dati da cui partire per capire gli scenari futuri sul consumo idrico possibile.

In California, negli Stati Uniti, si sta sperimentando la peggior siccità degli ultimi 4 anni. Il problema è grave, ma incide su una popolazione che iper consuma, in termini di litri pro-capite, poco di più di quella italiana. Qui negli Stati Uniti la necessità è per 450 litri pro capite al giorno, quando in Italia si attesta sui 350.

Con quest’affermazione non si vuole ridurre l’impatto sociale del problema, ma collocarlo in una corretta correlazione con le oggettive dimensioni di consumo d’acqua che ci sono nel resto del mondo, dove la vera siccità (Darfur – Sudan del Sud, in Africa) impone di sopravvivere con 1,5 litri al giorno pro-capite d’acqua non pulita.

In una percezione di carenza d’acqua seppur oggettiva e particolarmente sofferta da una popolazione ad alta spesa individuale, come si vive dove molte persone per scelta abitano in villette con giardino?

Prima delle nuove regole sul consumo idrico, introdotte nella primavera 2015, era possibile innaffiare i prati a volontà, oggi solo 2 volte alla settimana e per 10 minuti, utilizzando uno specifico getto a pistola in vendita presso i garden. La lavastoviglie come la lavatrice è consigliato che funzionino solo se a pieno carico e di notte. Al ristorante l’acqua è a richiesta, anziché automaticamente offerta ai clienti, e anche qui gli elettrodomestici vanno usati con le accortezze domestiche. Nonostante la gravità del momento, il costo della bolletta dell’acqua ha subito un normale incremento di 2 dollari ad emissione mensile.

Nel complesso l’autorità locale richiede una contrazione immediata del 25% dei consumi, pena l’applicazione di un’importante serie di multe. Nonostante lo stato d’emergenza già dichiarato nel 2014, la reale contrazione dei consumi in California è stata in un anno solo dell’8%. Il 60% della richiesta d’acqua è per esigenze agricole e di cura del verde privato come pubblico.

Lo Stato della California fornirà incentivi finanziari per sostituire oltre 4.600 kmq di prati con erbe in grado di resistere alla siccità e aumentare l’impiego di acque nere riciclate per l’irrigazione. Le lunghe strisce di prato ornamentali, che scorrono lungo le arterie stradali, non verranno più innaffiate e i campi da golf, come i cimiteri, si devono adeguare alle nuove regole. Il consumo idrico è la nuova frontiera di un modo di vivere diverso.

17.000 nuovi disoccupati, stanno passeggiano per le strade a partire dall’estate 2015.

La segnalazione d’abuso, nel consumo d’acqua, può essere fatta anche dal vicino di casa e la multa è per 500 dollari ad infrazione.

 

Le risposte pratiche.

Interessante osservare come al consumo idrico abbia risposto il sistema delle imprese e in particolare i garden della California che hanno subito un colpo nei volumi di fatturato, ma anche saputo ben reagire, pur perdendo numero d’occupati, ma non come il complesso del sistema produttivo rimasto in attività che include l’agricoltura della California! La risposta dei garden è stata quella d’introdurre un nuovo tipo di piante, infatti quelle in grado di resistere alla siccità, sono diverse.

Tra esse meritano una segnalazione oltre una dozzina di specie di salvia (muschio salvia, salvia nera e strisciante) a cui segue la bush poppy detta boccola papavero emblema dello stato (una pianta pioniera che solitamente cresce per prima in seguito a un incendio). I giardinieri formano delle siepi o piccoli arbusti con la boccola di papavero, perché produce frutti per gli uccelli e brillanti fiori gialli che fioriscono tra aprile e luglio.

Per il prato domestico sono consigliate piante dette “coperta indiana” costituite da fiori simili a margherite, da inserire in un cortile o giardino. Va rammentata anche la creeping liriope, chiamata liope strisciante, usualmente utilizzata per riempire un posto nudo in aiuola sostituendo l’erba per eliminarne la connessa manutenzione (irrigazione e lavoro). In questo contesto c’è anche la red yuccas, che è una pianta termofila collocata a fianco di quelle grasse. La yucca resiste alle temperature fredde fino a -12 gradi centigradi, quindi ben integrabile nelle pianure dell’Italia del nord. I fiori della yucca attirano i colibrì.

Seguono l’oro creeper e il timo serpillo. Piante anch’esse altamente resistenti verso la siccità richiedendo terreni poveri e tanto sole, oltre ad essere sale tolleranti. Il terreno povero consente al timo serpillo di crescere bene e aumentare la produzione di olio aromatico per necessità medicinali o estetiche. Lavorare in suoli poveri o tali divenuti per scarsità d’acqua, richiede un nuovo utilizzo dei fertilizzanti e terricci compost, per cui serve introdurre grandi quantità di materiale organico in giardino, prima di piantare le nuove piante a ridotta richiesta di acqua. Servono 2 cm circa di compost maturo o letame, da mescolare con la paletta con il precedente terreno. Collocate le nuove piante, è necessario aggiungere 1,5 cm circa di pacciame organico, per evitare la presenza d’erbe infestanti e rallentare la velocità d’evaporazione dal terreno dell’umidità, riducendo il consumo idrico. Decomponendosi nel tempo, il compost organico favorisce anche le aree e piante vicine al giardino, fornendo nutrimento all’intera area.

 

La reazione dei garden alla crisi dovuta a un consumo idrico totalmente stravolto.

Nel complesso il sistema garden della California, ha subito una contrazione nel volume d’affari contenuta nell’ambito del 10%. Inizialmente si è temuto peggio.

La risposta della clientela non è stata tanto di contrarre i consumi, quanto di differenziarli e in questo intelligentemente i garden si sono immediatamente trasformati da venditori in consulenti aiutando un bisogno di verde non più estirpabile dalla sensibilità dei residenti.

Sono stati quindi immediatamente disposti corsi di formazione per il personale del garden e stampate facili istruzioni per i clienti per acquistare una nuova generazione di piante. In questo modo non è affatto impossibile conservare un bel giardino senza l’irrigazione quotidiana!

Questa cronaca dalla California conferma e dimostra come sia possibile fare di necessità virtù, utilizzando la professionalità come metodo di gestione del garden.

In Italia a che punto siamo nel realizzare un’accademia per gestori di garden? Oltre all’invito nel meglio servire il mercato con sagacia e preparazione, (concetti che nella DGO italiana ancora non emergono) resta interessante notare, con amarezza, come il consumo idrico sia un problema che percepiamo solo quando ci esplode in mano.

Auguriamoci buon lavoro.

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