6 giugno di molti anni fa. Dei ragazzi neozelandesi, australiani, canadesi, americani, inglese e in minima parta europei, sbarcarono in Normandia per liberare l’Europa.
Onore e gloria a quei ragazzi e alle ragazze in armi e civili da casa che sostennero lo sforzo.
Si tratta di un sacrificio che non può e deve essere dimenticato. Non solo, anche di un grande esempio (perfettibile) d’organizzazione logistica.
Per ogni soldato sbarcato, ce ne furono ben 9 nelle retrovie impegnati nella logistica dell’evento. Nessun esercito, nella storia dell’umanità, ha mai sostenuto uno sforzo così intenso sul piano organizzativo. Anche questo aspetto cambiò la storia.
Un elemento caratterizzante tra “loro e noi”, l’Occidente e i comunisti del blocco Orientale-sovietico, è sempre stato l’elemento organizzativo. Noi costiamo di più, perchè siamo organicamente strutturati, loro costano di meno perchè s’arrangiano.
E’ la stessa cosa con la Cina di oggi. I comunisti cinesi, come dittatura, costano di meno e noi costiamo di più. Da noi c’è una civiltà del lavoro e delle relazioni sociali che costa mentre in Cina questi “lussi” non ci sono.
Lo stesso rispetto per l’ambiente, che da noi costa un’enormità, in Cina e nei paesi in via di sviluppo semplicemente non c’è. Vale la pena comprare cinese in queste condizioni?
Il 6 giugno, oltre che solo ricordo dello sforzo e sacrificio di un’intera generazione, porta anche a considerare i nuovi nemici: la Cina.
Il rispetto per quella data ed evento, non è dedicato solo alle forze armate e alla società anglosassone che è sbarcata in Normandia. Vanno rispettato e ricordati anche i soldati tedeschi, che si sono battuti con onore e dignità.
Tra forze armate tedesche e angloamericane, l’onore è perfettamente ripartito e la memoria va ad entrambi. Nella vita accade di trovarsi dalla parte sbagliata e di doversi ugualmente battere.
Al contrario, la Cina comunista non si trova dalla parte sbagliata, è il nemico che attenta al benessere e alla sicurezza dell’Occidente. Con il ricordo del 6 giugno 1944, possiamo identificare meglio chi è amico e il nemico. Un concetto poco condiviso, in era globalizzata, dove tutto è indistinto.
3 comments
E’ stato, senza dubbio, un evento senza precedenti, formidabile, sul piano della logistica e favorito anche dalle condizioni atmosferiche, non abbastanza serene il giorno precedente, quando era stato previsto lo sbarco. Condivido pienamente il giudizio unanime, espresso nei confronti di tutti i soldati, a prescindere se si fossero trovati o meno dalla parte sbagliata. Una curiosità: a fianco dei tedeschi in Normandia, contro gli alleati, ci fu un certo Walter Annichiarico, inquadrato già nell’ esercito della Repubblica di Salò, dopo l’ 8 settembre 1943 e che in seguito sarebbe stato famoso come Walter Chiari. Un italiano, dalla parte sbagliata, ma sempre un soldato, la cui vita era messa al rischio, come quella di tanti altri dalla parte giusta.Che poi, giusto o sbagliato, non sta a noi giudicare, ma alla distenzione dei tempi, per cui la storia, con serenità, pronuncia il suo verdetto.
Grazie prof.ssa Di Bona, Le sue parole sono di conforto al pensiero espresso non tanto perchè la vediamo allo stesso modo ma come conferma della cultura che ci unisce.
apprezzo anche, Prof.ssa Di Bona che ha saputo sottolineare un aspetto solitamente trascurato nella celebrazione dello sbarco in Normandia: la logistica!
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