Il 2017, un anno in cui mettere ordine
Il 2017 si apre come un anno per sistemare i guasti del passato. Passando dalla globalizzazione alla POST GLOBALIZZAZIONE cambia un’era. Ancora molti non l’hanno capito. Da una dimensione internazionalista, si torna all’idea di Stato e comunità. Certo resterà la voglia di collaborazione in Occidente, ma restando a casa propria. Ogni Stato ha la sua storia e le sue leggi. Non tutto è condivisibile come non lo è neppure la moneta. La grande disoccupazione in Europa è figlia dell’euro. Le democrazie non reggono con alti tassi di disoccupazione e immigrazione. Infatti l’Europa sta perdendo pezzi. Così è stato con la Brexit. Così è stato con la nomina di Donald Trump negli Usa. Così sarà alle prossime elezioni politiche in Francia, Germania e Italia.
La fine di un’era. Un periodo di grande superficialità.
La difficoltà di questi anni è stata sulle idee. Oggettivamente stiamo vivendo con delle belle idee. Tutte applicate male. La Ue è una stupenda idea applicata in forma pessima. La globalizzazione concettualmente è ottima, ma terribilmente resa concreta. Anche l’euro, a livello teorico è una bella opportunità, ma ora bisogna fuggire via.
Come si vede, la complessità del tempo moderno non è sul concetto di IDEA ma sull’applicazione.
Applicazione che emerge come sistematicamente sbagliata negli ultimi anni.
Distinguere tra applicazione e idea è il dramma degli anni 2000.
Il dramma degli anni 2000 è nel distinguere tra idee corrette e applicazioni sbagliate. In questa voluta confusione, arriva l’anno 2017 per tentare un ordine. Chi ha speculato sul disordine? La lista è veramente lunga. Si può partire dai diversi colpi di stato in bianco commessi dagli ultimi 2 presidenti della Repubblica italiani. Quindi al Pd e al renzi, quello non eletto da nessuno che ha governato. Fino alla Confidustria, incapace d’educare gli iscritti. Quindi imprenditori ridotti a ignoranti arricchiti. Riusciremo con solo nuove elezioni a “pulire il mondo”?