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Storia sociale della guerra: il declino del medio evo

by Giovanni Carlini
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STORIA SOCIALE DELLA GUERRA – testo di Preston e Wise

Riassunto capitolo Capitolo 6 – Il declino della guerra feudale

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Si tratta di un capitolo molto intenso descrivendo l’inizio dell’affermazione della borghesia in Occidentale. Quest’evento fu figlio della rinascita del commercio internazionale nel XII°secolo. Le conseguenze furono:

  • portò alla fine il Medio Evo;
  • introdusse al termine la funzione storica della nobiltà;
  • favorì la nascita dello Stato moderno.

Questa è la sintesi, a carattere socio-politico, di un capitolo da spiegare in molti dettagli.

La grande influenza della classe nobile e feudale, nel Medio Evo, non permise di poter svolgere campagne militari prolungate. I cavalieri furono al servizio del Re per solo 40 giorni all’anno. La disciplina inesistente. Gli sconti tra eserciti si tradussero in combattimenti individuali. L’eroismo fu personale e mai di squadra.

Con tali premesse la guerra medioevale fu occasionale, meno frequente di quanto si pensi e sempre difensiva. In più furono assenti le grandi vie di comunicazione e un sistema di rifornimenti che evitasse il saccheggio. Per supplire ai limiti di una guerra “per sport”, iniziarono ad affermarsi le prime unità di mercenari (1200).

Fino all’XI° secolo i punti forti del mondo medioevale furono la Chiesa e il sistema feudale. Entrambi molto conservatori. Nonostante ciò, l’estrema litigiosità, della nobiltà portò al bisogno di grandi stati nazionali. Una forte spinta fu offerta dalla ripresa del commercio del XII° secolo. Una rivoluzione sociale!

I commercianti con maggiori disponibilità di denaro giunsero anche a finanziare le case regnanti e le rispettive guerre. Venezia, Pisa e Genova, si confermarono autorità portuali di grande importanza per le crociate e le merci provenienti da Bisanzio. Nel XII° secolo emersero i Paesi Bassi per la produzione tessile. L’Inghilterra si confermò nella produzione di lana. Le città tedesche si unirono nell’unione doganale nota come Hansa. Le navi veneziane giunsero fino al Mar Baltico. Con la borghesia e il bisogno di tassare i suoi guadagni, sorsero in tutta Europa i primi parlamenti. L’istituzione del Parlamento espresse quel dare-avere tra corona e borghesia. Già si delinearono all’orizzonte 2 grandi differenze tra Francia e Inghilterra. La prima seppe imbrigliare la nobiltà senza modificarne l’influenza sull’esercito. Al contrario gli inglesi, comunque bloccarono la faziosità dei nobili, trasformando l’esercito.

Il definitivo crollo del concetto di guerra medioevale si ebbe con la guerra dei cento anni. Iniziò nel 1337 e proseguì fino al 1453. I principali contendenti furono i francesi e gli inglesi. I primi vinsero perché trovarono le energie sufficienti nel nazionalismo. Ai secondi, vittime anche di un Re debole, non restò che subire anche la guerra delle 2 rose. Dal 1455 al 1485.

Riassumendo:

  • guerra dei cento anni (in Francia) dal 1337-1453
  • guerra delle 2 rose (in Inghilterra) dal 1455 al 1485

La guerra dei 100 anni rappresentò una rottura storica. La prima vittima fu la cavalleria. La seconda la nobiltà che la rappresentò.

La cavalleria si confermò definitivamente nella storia nel corso della battaglia di Casilino del 554. Quando i bizantini imposero l’arciere a cavallo ai franchi. 800 anni dopo qualcosa cambiò. Nella battaglia di Courtrai del 1302 i francesi non utilizzarono l’integrale potenzialità delle diverse specialità dell’esercito massacrando la loro cavalleria.

La renitenza alla valorizzazione degli arcieri, come dei fanti, fu una questione classista. La nobiltà volle mantenere il protagonismo della battaglia. Questa modalità di protagonismo si replicò ancora nella battaglia di Crécy nel 1346 e a Poitiers nel 1356. Sostanzialmente l’idea e pratica della cavalleria morì in queste campagne:

  • battaglia di Courtrai (in Belgio) 1302
  • battaglia di Crècy (tra Francia e Belgio) del 1346
  • battaglia di Poitiers (Francia dell’ovest) del 1356
  • battaglia di Agincourt (tra Francia e Belgio) del 1415

Negli scontri gli inglesi vinsero sempre senza “sfondare”. La concezione della guerra restò sulla difesa. Alla vittoria sul campo non seguì mai un’occupazione di terre. Qualche novità si ebbe dopo il 1370 con la morte del Principe Nero e del re Edoardo III° d’Inghilterra. Bertrand du Guesculin (1320-1380) lanciò l’idea d’occupare i forti del nemico per cacciarlo dalla Francia. L’iniziativa ebbe successo e diede mobilità a una guerra ferma di logoramento.

Un’altra illustre vittima di quel periodo furono i forti e le fortezze. La novità fu la nascente artiglieria introdotta con la polvere da sparo scoperta da Bacone del 1249. L’artiglieria turca nel 1453, distrusse le mura di Costantinopoli dopo mille anni di resistenza!

Nel 1445 in Francia nacque il primo esercito stabile dai tempi dell’Impero romano. Al contrario in Italia e in Europa continuarono le scorribande delle compagnie di ventura. Curioso l’atteggiamento italiano tra mercenari intenti a dilazionare lo scontro per assicurarsi più tempo di paga. Certamente si può affermare che con la fine del Medio Evo si passò da un principio feudale a uno professionale.

In questo contesto va menzionata la Svizzera. Si formò nel 1291 e subito si fu confronto con la cavalleria austriaca che distrusse a Morgarten nel 1315. Gli svizzeri seppero usare con efficacia la falange marciando a suon di musica conservando l’ordine di battaglia. Per fermarli servì l’artiglieria a Marignano (nei pressi di Melegnano) nel 1515. Successivamente i Lanzichenecchi alla Bicocca (Milano) nel 1522.

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