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11 settembre e la guerra di civiltà che arriverà. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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11 settembre e la guerra che viene. Tutti, ma veramente tutti gli interventi in tema sono celebrativi, al massimo analizzano le conseguenza ma nessuno si spinge oltre. Quali sono le prossime prospettive?

Ragionando con ufficiali americani, pianificatori sulle nuove minacce, emerge il nuovo profilo d’addestramento applicato da quest’estate 2021 alle forze armate statunitensi: la Cina.

La Cina è ufficialmente entrata nel panorama dell’obiettivo con cui battersi.

Prima i cinesi, in termini di pericolo erano qualcosa d’appena suggerito o sussurrato, ora sono IL NEMICO.

Evviva la chiarezza attraverso la quale addestriamo le nostre unità a muoversi di conseguenza.

L’esercito cinese è altamente informatizzato il che rappresenta anche una clamorosa debolezza. E’ sufficiente colpire i centri di trasmissione per isolarne la forza e quindi batterla. Il confronto tecnico e militare si sviluppa ora su un doppio piano: strategico e di contesto. Combattere strategicamente i centri C3, di comando, controllo e comunicazione cinesi accecandoli e distruggendoli, quindi isolare le unità sul campo da colpire nella forma più classica.

Nasce, in questo modo, la nuova forma di combattimento dei prossimi decenni.

Nel post 11 settembre è stata grande l’importanza dello spionaggio e la capacità di colpire da distanza con droni. La nuova sfida militare riporta agli schemi tattici che già conosciamo nella contrapposizione con nuclei corazzati comunisti sovietici, sostenuti da intenso fuoco d’artiglieria.

Il lusso dello spionaggio e droni presuppone il controllo dello spazio aereo e moderatamente a terra, il che non è affatto acquisito nel nuovo modello competitivo.

Servono quindi nuovi blindati, artiglieria, elicotteri caccia carri e da trasporto, quindi caccia e bombardieri. Siamo tornati a dove già eravamo nel 1990.

Tutto ciò sul piano tecnico, ma il confronto torna ad essere del tipo libertà-comunismo in piena alternanza non compatibile.

Ecco che la nuova guerra diventa di civiltà, tra chi è comunista e dittatoriale e chi è democratico e pluralista. Uno schema già noto e vissuto tra il 1948 e il 1990. Certamente la componente culturale e di civiltà riassume il suo ruolo divisorio e di contraddizione.

Opporsi commercialmente, politicamente e militarmente ai cinesi comunisti è un atto di civiltà.

11 settembre e la guerra che verrà, un tema che nessuno sta affrontando. 

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